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Cooperazione: Maestripieri, sette anni di AICS, poco assistenzialismo, presenza in 22 paesi

ROMA, 28 APRILE – Cooperazione italiana allo Sviluppo non più nel segno dell’assistenzialismo ma in quello dell’approccio collaborativo alle sfide globali: Luca Maestripieri, Direttore dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, traccia un bilancio dei primi sette anni di vita dell’ente istituito nel 2014.

In un’intervista ad Anna La Rosa per La discussione, Maestripieri spiega in che modo si è evoluto il concetto di cooperazione in questi anni di grandi cambiamenti globali. ”Oggi non esiste più solo un approccio assistenzialista, di aiuto da parte dei paesi più ricchi ai paesi più poveri. Ora affrontiamo sfide globali, come quella dello sviluppo sostenibile, che non possiamo vincere se non collaboriamo tutti insieme, aiutando anche i paesi più arretrati a raggiungere gli stessi obiettivi”.

Luca Maestripieri

Maestripieri ricorda i paesi nei quali l’Aics è presente in forma prioritaria: ”In questo momento operiamo in 22 paesi, di cui la metà nel continente africano, ma anche in Medio Oriente, in Palestina, Libano, Giordania, Iraq; nella penisola balcanica, in Albania; in Afghanistan, Pakistan, Myanmar, compatibilmente con gli attuali disordini civili, e per quanto riguarda l’America Latina, a Cuba e in El Salvador.

Quanto all’Africa, il responsabile Aics ricorda che ”nella tradizione europea, l’Africa viene da sempre considerato un paese svantaggiato, solo da assistere, ma poco appetibile dal punto di vista degli investimenti o della promozione del made in Italy. Ma questo è sbagliato, in alcune aree del continente africano esistono tassi di sviluppo molto promettenti”. Il tema è strettamente collegato a quello delle migrazioni, ”questione molto sentita da noi. Ci siamo concentrati soprattutto su azioni che tendessero a prevenire il fenomeno. Non solo, quindi, interveniamo con i fondi di emergenza per alleviare le sorti dei rifugiati rinchiusi nei campi di raccolta lungo le rotte migratorie, ma anche creando i presupposti in loco per migliorare le condizioni di lavoro delle donne e dei minori,Migrazioni sviluppare attività economiche favorevoli e coinvolgendo direttamente le comunità delle diaspore, le associazioni di migranti che sono venuti a lavorare in Italia e che possono mettere in comune la loro esperienza e il know how acquisito. Un esempio è il Senegal, in cui stiamo collaborando allo sviluppo di piccole e medie imprese per promuovere forme di occupazione giovanile proprio attraverso il coinvolgimento delle comunità delle diaspore, molto numerose da noi e il Ministero locale”.sviluppo sostenibile
Infine il tema dello sviluppo sostenibile e dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite: ”Ho potuto seguire l’evoluzione dei negoziati sugli obiettivi da fissare nell’Agenda e riconosco che ve ne sono di molto ambiziosi, soprattutto per quanto riguarda il tema dello sviluppo sostenibile in ‘partenariato’, non solo tra nazioni ma anche tra singoli individui, associazioni, enti, organismi internazionali che perseguano medesime finalità. L’evidenza ci dice che uno sviluppo incontrollato produce situazioni che difficilmente hanno a che vedere con lo sviluppo stesso, perché possono generare storture al sistema internazionale, ma tutti devono essere coinvolti”.

r.

OnuItalia
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Il giornale Italiano delle Nazioni Unite. Ha due redazioni, una a New York, l’altra a Roma.

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