NEW YORK, 21 APRILE – Quasi cinque anni fa, il 21 dicembre 2016, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato la risoluzione 71/248, che istituisce il “Meccanismo Internazionale, Imparziale e Indipendente” per assistere nelle indagini e nella messa in stato di accusa dei responsabili dei più gravi crimini contro il diritto internazionale commessi in Siria dal marzo 2011. Oggi la responsabile del “Meccanismo” o IIIM, Catherine Marchi-Uhel, ha presentato il settimo rapporto all’Assemblea Generale.
Intervenendo alla riunione, il vice rappresentante permanente italiano Stefano Stefanile ha sottolineato che quest’anno segna un decennio di terribili crisi in Siria, che hanno gravemente sconvolto il tessuto della società siriana, portando a livelli inimmaginabili di sofferenze e distruzioni. L’unica via d’uscita da una crisi così prolungata è procedere con urgenza all’attuazione della risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza dell’ONU, tracciando un percorso verso una soluzione pacifica del conflitto e iniziando con l’organizzazione di libere elezioni. Secondo l’Italia d’altra parte “una base fondamentale per una pace duratura è garantire la piena responsabilità dei crimini più gravi commessi durante il conflitto, in particolare i crimini di guerra e i crimini contro l’umanità. Questo non è solo un imperativo morale, ma anche un deterrente per future violazioni e un elemento fondamentale di qualsiasi processo di riconciliazione”.
Definendo “particolarmente scioccante” quanto accaduto in Siria negli ultimi dieci anni, con la violenza indiscriminata che prende di mira spesso i più vulnerabili come donne, ragazze, bambini e minoranze, l’ambasciatore italiano ha chiesto che la fine dell’impunità sia condizione essenziale per una pace sostenibile in Siria: “È con questo spirito che l’Italia ha sostenuto con forza l’IIIM, compresa la fornitura coerente e adeguata di fondi, come meccanismo chiave per la raccolta, il consolidamento, la conservazione e l’analisi delle prove delle violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario”. (@OnuItalia)