ROMA, 22 MARZO – La scarsità dell’acqua nel mondo – con tutte le sue conseguenze negative – è ornai al centro delle preoccupazioni dell’Onu e di tante organizzazioni internazionali. Oggi, come ogni 22 marzo dal 1993, si celebra la Giornata mondiale dell’acqua, voluta dalle Nazioni Unite per porre, almeno una volta l’anno, l’accento sulla risorsa primaria del mondo. Ma ogni volta l’Onu sceglie un focus diverso: il tema di quest’anno è il valore, anche economico, dell’acqua, da intendere come i benefici che quello che è stato definito ‘oro blu’ può offrire ad una persona, siano essi servizi, come la salute, l’igiene, la felicità, il benessere psico-sociale oppure come valore economico. Per i paesi sviluppati, che di acqua ne hanno sempre abbastanza e che spesso di acqua fanno spreco, resta difficile comprendere alcune delle sfide poste dalla sua scarsità. Tuttavia, in molte regioni tropicali o aride, la portata della minaccia è fin troppo chiara. Va tenuto presente che domanda globale è salita alle stelle con la crescita della popolazione mondiale e ora c’è bisogno di sei volte la quantità d’acqua di cui avevamo bisogno un secolo fa, e questo dato continua a crescere.
Secondo l’ONU, entro il 2030 la domanda d’acqua supererà probabilmente l’offerta del 40%, e metà della popolazione mondiale dovrà affrontare lo stress idrico. Stando all’UNICEF, 2,2 miliardi di persone non hanno accesso all’acqua potabile, mentre 4,2 miliardi di persone non dispongono di servizi igienici adeguati. Le malattie trasmesse attraverso l’acqua (quali tifo e colera) uccidono milioni di persone ogni anno, la maggior parte delle quali sono bambini.
IL CLIMA
C’è poi il tema del cambiamento climatico che influisce sia sulla quantità che sulla qualità dell’approvvigionamento idrico mondiale. Le risorse d’acqua dolce si stanno esaurendo a un ritmo allarmante, come risultato diretto delle precipitazioni imprevedibili e del cambiamento dei modelli meteorologici stagionali. Allo stesso tempo, l’aumento delle temperature riduce anche la quantità di ossigeno nell’acqua, che è uno dei più importanti indicatori della sua qualità. L’impatto è più grave nelle zone tropicali del pianeta, il che significa che ricade sproporzionatamente sul mondo in via di sviluppo, ma non solo.
NELL’AGENDA 2030
L‘ONU riconosce l’importanza dell’acqua nei suoi 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, che fanno parte dell’Agenda 2030. Per le Nazioni Unite, infatti, i vincoli alla fornitura d’acqua sono il modo principale in cui le persone sperimentano gli effetti del cambiamento climatico in tutto il mondo. La scarsità d’acqua non è solo esacerbata dalla crisi climatica: per milioni di persone in tutto il mondo rappresenta la crisi stessa. La questione della scarsità d’acqua è tanto scoraggiante quanto pericolosa, ma molte aziende innovative stanno lavorando per migliorare la situazione. Lo fanno aiutando i Paesi e le comunità ad adattarsi alla realtà del cambiamento climatico e ai suoi effetti sull’approvvigionamento idrico, o sviluppando nuove tecnologie che mitigano le conseguenze peggiori di quegli effetti e migliorano la qualità e la disponibilità dell’acqua. Le innovazioni vanno dall’osservazione satellitare dei modelli climatici per prevedere la disponibilità di acqua, all’uso di tecnologie intelligenti per rilevare le perdite nei sistemi idrici urbani.
IL FUTURO
Le previsioni per il futuro, infine, non sono rosee. Il valore multidemensionale dell’acqua ha fatto della risorsa idrica uno degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Il target SDG6 impegna il pianeta a fornire l’accesso universale all’acqua pulita e ai servizi igienico-sanitari entro la fine del decennio. Eppure ”come evidenzia l’ultimo rapporto sui progressi di UN-Water, il mondo non è sulla buona strada per raggiungere il SDG6 nel 2030”, sostengono gli esperti. Per non fallire la missione, ”l’attuale tasso di progresso dovrebbe quadruplicare”. L’Onu conferma che l’urgenza dell’azione è dettata anche dagli effetti sempre più gravi dei cambiamenti climatici. Le attuali stime prevedono che entro il 2050 più della metà della popolazione mondiale sarà a rischio a causa dello stress idrico. ”La sola desertificazione minaccia i mezzi di sussistenza di quasi un miliardo di persone in 100 paesi”, spiega Munir Akram, Presidente del Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite. e aggiunge: ”Un’intensa scarsità potrebbe spostare fino a 700 milioni di persone nel prossimo decennio”. Per cambiare verso il tempo sta scadendo.