WASHINGTON/GINEVRA, 8 FEBBRAIO – Abbandonato sotto l’amministrazione di Donald Trump, come altri accordi internazionali, gli Usa si apprestano a rientrare nel Consiglio per i diritti umani dell’Onu. Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, “ha applaudito alla decisione degli Stati Uniti”, ha indicato il suo portavoce: “Il Consiglio è il principale forum mondiale per affrontare l’intera gamma di sfide in materia di diritti umani, e i suoi meccanismi e procedure speciali sono strumenti fondamentali per garantire l’azione e la responsabilità”.
Un “caldo benvenuto” e’ arrivato anche dalla Farnesina: “L’Italia apprezza la decisione ed e’ pronta a collaborare per proteggere e promuovere il rispetto dei diritti umani nel mondo”. Il segretario di Stato Antony Blinken ha preannunciato il ritorno a Ginevra su Twitter descrivendo il Consiglio come un “organismo difettoso e che ha bisogno di riformare la sua agenda, la membership e il focus tra cui una sproporzionata attenzione su Israele” ma ha anche aggiunto che “andarsene non e’ la soluzione”. Nell’articolo del New York Times un funzionario dell’amministrazione Biden aveva osservato che “il modo più efficace per riformare e migliorare il consiglio è impegnarsi” al suo interno.
Trump si era ritirato dall’organismo Onu nel 2018 sostenendo che avesse preso di mira Israele. Biden in campagna elettorale si era impegnato a rientrare nel Consiglio per favorirne la revisione. Secondo il Nyt, tuttavia, questa mossa potrebbe riaprire un fronte di scontro con gli alleati di Trump, secondo i quali il rientro degli Usa consentirebbe all’organismo dell’Onu di continuare a ignorare le violazioni dei diritti umani commessi dai suoi membri, come Arabia Saudita, Cina e Russia.
Nikki Haley, ambasciatrice all’Onu all’epoca dell’uscita degli Usa dal Consiglio, nei giorni scorsi aveva detto che se Biden fosse rientrato in un organismo “che include regimi dittatoriali” avrebbe dato un colpo alla “nostra lotta in difesa dei diritti umani”. (@OnuItalia)