ROMA, 17 DICEMBRE – Nell’anno più difficile dal dopoguerra, la grande maggioranza dei paesi del mondo si è schierata contro la pena di morte. La Comunita’ di Sant’Egidio, con Amnesty Italia e Nessuno tocchi Caino tra le organizzazioni della societa’ civile storicamente impegnate nella battaglia per la moratoria delle esecuzioni, commenta con soddisfazione l’esito del voto di ieri all’Onu.
Trend in crescita per abolizionisti
“Il voto dell’Assemblea generale conferma, per gli abolizionisti, un trend in crescita per l’ottava volta dal 2007, con 123 voti favorevoli alla moratoria universale (2 in più rispetto all’ultima votazione), 38 contrari e 24 astenuti. Non era scontato, nell’anno della pandemia, segnato da forti generosità, ma anche forti chiusure, e anche dalla ripresa elle esecuzioni federali decisa dall’amministrazione americana a ridosso delle elezioni, dopo 17 anni di stop, e la conferma di sei esecuzioni prima del passaggio di consegne al presidente eletto Joe Biden, che promette una svolta importante”, ha commentato la ong di Trastevere.
La Comunità di Sant’Egidio, che in questi mesi ha dialogato con diversi paesi per giungere ad un risultato positivo, si rallegra per le decisioni di gran parte dell’Africa e di tutti quegli Stati che hanno permesso questo nuovo passo avanti. È il frutto di un paziente lavoro multilaterale, a più livelli, che sta accompagnando un cambiamento epocale. Basta pensare che si è passati da un’opposizione alla pena di morte di appena 16 paesi negli anni ‘70 agli attuali 142 che non la usano più, per legge o di fatto, e al risultato di ieri all’Onu.
Africa traina il cambiamento
La Comunità di Sant’Egidio si congratula in particolare con l’Africa, che traina il cambiamento, con un prezioso lavoro svolto in sinergia, fra gli altri, con Burkina Faso, Centrafrica, Repubblica del Congo e Guinea Conakry, e registra con favore lo slittamento del voto di Zimbabwe e Sud Sudan da contrario all’astensione, frutto di contatti diretti. In Asia, la ricaduta dell’azione sensibilizzatrice con Corea del Sud, Malesia e Filippine, ha contribuito, insieme ad altri attori, al voto favorevole alla moratoria. Nei paesi a contesto multi-religioso quali l’Indonesia, è risultato importante l’approccio di Sant’Egidio attraverso il dialogo e una particolare attenzione alle diverse comunità religiose. (@OnuItalia)