NEW YORK, 12 AGOSTO – L’amministrazione Trump sta minacciando di porre il veto sulla risoluzione che proroga il mandato della missione UNIFIL nel Libano Meridionale se il suo mandato non verra’ modificato. Lo hanno detto fonti israeliane e statunitensi al sito di notizie politiche Axios. Gli Stati Uniti sono il principale finanziatore della missione a guida italiana che ha un budget annuale di 250 milioni di dollari. La minaccia di veto è una mossa tattica e fa parte di uno sforzo più ampio per fare pressione sull’Iran e su Hezbollah.
UNIFIL è nata nel 1978 e il suo mandato è stato ampliato nel 2006 tra Israele ed Hezbollah. Nelle ultime settimane, gli Stati Uniti hanno detto ai membri del Consiglio di sicurezza e ai paesi contributori che non accetteranno un rinnovo tecnico del mandato come era accaduto di fatto lo scorso anno. I negoziati sono in corso, con la Francia nel ruolo di “pen holder”. In caso di veto, le operazioni di UNIFIL cesseranno e la forza verrà sciolta. Gli Stati Uniti e Israele non vogliono che ciò accada, e si rendono anche conto che gli altri membri diffidano dei passi drammatici mentre il Libano è in crisi. Ma sia gli Stati Uniti che Israele pensano che solo una forte minaccia di veto convincerebbe gli altri membri ad accettare cambiamenti sostanziali.
Il voto sulla risoluzione e’ atteso entro fine mese quando scade l’attuale mandato e arriva nel mezzo di una profonda crisi politica in Libano a seguito dell’esplosione del porto di Beirut che ha provocato oltre 220 morti nella capitale libanese. Washington sostiene che Hezbollah, per conto dell’Iran, stia limitando l’accesso e i movimenti delle forze delle Nazioni Unite, compromettendone l’efficacia. Chiede dunque che tutte le restrizioni ai movimenti delle forze di pace siano revocate, insieme a un rafforzamento dei rapporti al Consiglio di sicurezza quando le operazioni di UNIFIL vengono messe in discussione.
L’amministrazione Trump chiede anche le seguenti modifiche al mandato di UNIFIL, secondo le fonti di Axios: riduzione della presenza massima di truppe da 15.000 a 11.000; riduzione del periodo di proroga del mandato da un anno a sei mesi per consentire ulteriori modifiche a seconda della situazione sul campo; attuazione immediata delle raccomandazioni del Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, che ha chiesto il trasferimento di più forze di pace nell’area di confine tra Israele e Libano e l’aggiornamento delle armi, della tecnologia e dei veicoli delle forze armate.
Nel corso di una riunione a porte chiuse dei Quindici, l’ambasciatrice americana Kelly Craft ha sottolineato la necessità di un cambiamento. “Gli
Stati Uniti hanno da tempo ribadito pubblicamente e privatamente che lo status quo in Libano è inaccettabile”, ha detto la Craft dopo l’incontro: “Ora è il momento di dare potere a Unifil e consentire alla missione di raggiungere pienamente ciò che si era prefissata di realizzare”. (@OnuItalia)