ROMA, 25 MAGGIO – Una nuova edizione del rapporto sullo Stato delle Foreste nel Mondo, pubblicata dalla FAO, afferma che è necessario intervenire con urgenza per tutelare la biodiversità delle foreste del mondo, visti gli allarmanti tassi di deforestazione e degrado. Pubblicato in occasione della Giornata Mondiale della Biodiversità, il rapporto dimostra che la conservazione della biodiversità dipende totalmente dal modo in cui interagiamo e utilizziamo le foreste del pianeta.
Il rapporto è stato prodotto dalla FAO, per la prima volta in collaborazione con il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) e con il contributo tecnico del Centro di Monitoraggio per la Conservazione, che fa capo al Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP-WCMC). Il rapporto rivela che dal 1990 circa 420 milioni di ettari di foresta sono andati perduti a causa della conversione del suolo ad altri usi, anche se negli ultimi trent’anni il tasso di deforestazione si è ridotto. La crisi del COVID-19 ha fatto luce sull’importanza della conservazione e dell’uso sostenibile della natura, riconoscendo che il benessere delle persone è collegato alla salute dell’ecosistema.
Il rapporto indica inoltre che le foreste contengono 60.000 specie diverse di alberi, l’80% delle specie di anfibi, il 75% delle specie di uccelli e il 68% delle specie di mammiferi della Terra. La Valutazione delle Risorse Forestali Mondiali 2020 della FAO, menzionata nel rapporto, ha rivelato che nonostante il rallentamento della deforestazione nell’ultimo decennio, ogni anno vanno persi circa 10 milioni di ettari a causa della conversione all’agricoltura e ad altri tipi di sfruttamento delle terre.
“La deforestazione e il degrado forestale continuano a verificarsi a velocità allarmanti, il che contribuisce in modo significativo alla continua perdita di biodiversità”, affermano nella prefazione il Direttore Generale della FAO, QU Dongyu, e il Direttore Esecutivo dell’UNEP, Inger Andersen.
Il rapporto presenta una panoramica completa sulla biodiversità delle foreste, comprese cartine che mostrano le zone in cui le foreste contengono ancora ricche comunità di flora e fauna, come le Ande settentrionali e parti del bacino del fiume Congo, e le zone in cui sono andate perdute. Mentre la FAO e l’UNEP si preparano a lavorare al Decennio dell’ONU per il Ripristino dell’Ecosistema a partire dal 2021 e i paesi prendono in considerazione il quadro di lavoro globale in materia di biodiversità per il futuro, Qu e Andersen hanno espresso il loro impegno a una maggiore cooperazione globale per ripristinare gli ecosistemi degradati e danneggiati, combattere il cambiamento climatico e tutelare la biodiversità.
“Per invertire la tendenza della deforestazione e della perdita di biodiversità è necessario un cambiamento radicale nel modo in cui produciamo e consumiamo il cibo”, hanno aggiunto QU e Andersen. “È inoltre necessario conservare e gestire le foreste e gli alberi con un approccio che integri il paesaggio e rimediare ai danni causati dagli interventi di bonifica”. Va ricordato infine che le foreste forniscono oltre 86 milioni di “posti di lavoro verdi”. Delle persone che vivono in condizioni di estrema povertà, oltre il 90% dipende dalle foreste come mezzo di sussistenza, per procurarsi cibo selvatico o legna da ardere. Questa cifra comprende gli otto milioni di persone nella sola America Latina, che vivono in condizioni di povertà estrema e dipendono dalle foreste. (@OnuItalia)