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Covid-19: l’incognita dell’Africa. OMS: ‘Prepararsi al peggio’. AMREF:’Lo stiamo facendo’

ROMA, 30 MARZO – Per l’Africa il coronavirus rappresenta una grande incognita e desta sempre maggiori preoccupazioni, tanto che Direttore Generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus si è spinto a dire qualche giorno fa: ”Il miglior consiglio da dare all’Africa è quello di prepararsi al peggio e prepararsi sin da oggi”. All’Oms ha risposto la Ong Amref:”Lo stiamo facendo. Anche con l’aiuto della tecnologia”, ha detto Guglielmo Micucci direttore Amref Health Africa in Italia, mentre gli operatori dell’organizzazione in Senegal, Kenya ed Etiopia raccontano la situazione in cui operano.

Micucci ha spiegato: ”Noi ci stiamo preparando a quel peggio cui fa riferimento l’OMS. Stiamo lavorando nelle task force dei Ministeri lì dove operiamo. Stiamo sensibilizzando le comunità sulle specificità del Covid 19 e sulle misure da prendere. Puntando sul distanziamento, sull’igiene e usando la tecnologia”. Si tratta della piattaforma Leap è una piattaforma ‘mobile health’ progettata in Africa per l’Africa. È una soluzione di apprendimento per la formazione di operatori sanitari sempre e ovunque. Una soluzione efficace – spiega Micucci – che utilizza la tecnologia audio e SMS per responsabilizzare, sensibilizzare o formare personale sanitario, consentendo a ogni individuo di apprendere al proprio ritmo, con i propri dispositivi mobili – cellulari basici o smartphone – all’interno delle proprie comunità. Questa piattaforma è attualmente attiva in Kenya e Malawi. Le informazioni su COVID-19 sono state caricate su questa piattaforma e sono oggetto di scambi in chat tra gli operatori di salute di comunità (community health worker).

“I sistemi sanitari della maggior parte dei Paesi africani sono fragili e le strutture non sono adeguatamente attrezzate per far fronte ad una pandemia di questa portata”, dichiara Guglielmo Micucci, Direttore di Amref Health Africa in Italia. ”Inoltre, le infezioni respiratorie – quelle che colpiscono le vie aree e i polmoni – sono la causa principale di morte nel continente africano. Le malattie più comuni dovute a queste infezioni sono la bronchite e la polmonite, malattie che condividono i sintomi con Covid-19, quindi non è facile distinguere i casi ‘normali’ di decessi per polmonite dai casi di decessi legati a Covid-19. Il monitoraggio, la sorveglianza e la diagnosi, in questo modo, diventano ancora più difficili”.

I DATI DISPONIBILI

Al 25 marzo erano 2.304 i casi di Covid-19 confermati nel Continente africano. Tra i Paesi più colpiti Sudafrica, Egitto, Algeria, Marocco, Burkina Faso, Senegal. Alcune stime sui dati delle terapie intensive: 150 letti in Kenya; in Senegal 50; 38 in Tanzania; Zambia 45; 34 in Malawi; zero in Sud Sudan. Gli ospedali che in Etiopia hanno terapie intensive sono circa quaranta.

 

Maria Novella Topi
Maria Novella Topihttps://onuitalia.com
Maria Novella Topi è stata a lungo capo servizio della Redazione Esteri dell'Ansa. Tra le sue missioni l'Albania (di cui ha seguito per l'agenzia la caduta del comunismo e le successive rivolte), l'Iraq e la Libia. Ha lavorato per lunghi periodi nell'ufficio di corrispondenza di Parigi. Collabora da Roma a OnuItalia.

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