ROMA, 18 MARZO – Il sito Infocooperazione affronta in un articolo il problema della diffusione del coronavirus in Africa e delle scelte che il mondo della cooperazione si trova a dover affrontare.
In diversi paesi partner della cooperazione iniziano a manifestarsi i primi casi di positività al virus, in Africa il contagio è ormai registrato in 30 paesi con quasi 500 casi accertati, e oggi – scrive il sito – anche Tanzania, Liberia, Benin e Somalia hanno registrato il primo paziente contagiato. I paesi più colpiti per ora sono Egitto, Algeria, Marocco, Tunisia, Sud Africa, Senegal e Burkina Faso dove tra i 15 positivi al coronavirus c’è anche l’ambasciatore italiano nel paese.
Il personale espatriato di molte ONG sta già attuando misure di prevenzione riducendo gli spostamenti e cancellando eventi o attività che coinvolgono molte persone ma nonostante i casi siano ancora limitati, osserva Infocooperazione, nella maggior parte dei paesi cresce la preoccupazione sullo scenario che si potrebbe creare se il contagio dovesse prendere piede al ritmo che si sta registrando in Europa.
Nel frattempo i paesi stanno iniziando a prendere misure di prevenzione diversificate che riguardano la limitazione o il blocco del traffico aereo e in alcuni casi di tutte le frontiere. E’ il caso del Sudan, che ha chiuso le frontiere terrestri e gli aeroporti con deroghe solo per aiuti umanitari e merci, dell’Egitto che da domani chiuderà tutti gli aeroporti fino a fine mese e di Guinea Equatoriale, Ciad e Camerun, unico paese dove sono state varate misure restrittive simili a quelle italiane.
Diversi paesi hanno bloccato l’ingresso ai cittadini di paesi dove si siano registrati un certo numero di casi, è il caso di Mauritius, Ghana, Guinea Bissau, Kenya, Sud Africa, Botswana, Marocco, Tunisia, Giordania, Libano, Iraq e anche Guatemala, Ecuador, El Salvador, Cile e Colombia in America Latina. La maggior parte dei paesi ha disposto invece il blocco dei voli da e per l’Europa con una certa diversificazione. Il Senegal per esempio ha annunciato che sospenderà i voli da e per Francia, Italia, Spagna, Belgio e Portogallo, nonché Tunisia e Algeria, per un periodo di 30 giorni.
Questa mappa realizzata dalle riviste Africa e Africa e Affari mostra le limitazioni attualmente in vigore per i cittadini italiani in arrivo.
Il rischio concreto che preoccupa i cooperanti espatriati è quello di ritrovarsi da un giorno a l’altro bloccati in alcuni paesi, soprattutto quelli con traffico aereo ridotto a poche destinazioni internazionali.
Infocooperazione ricorda che sono oltre 3000 gli italiani, tra cooperanti, volontari e giovani del Servizio civile universale e del Servizio volontario europeo che al momento sarebbero impegnati all’estero in progetti di cooperazione ”e a cui, in tempo di coronavirus, dobbiamo fornire canali di rimpatrio, se lo desiderano” afferma Silvia Stilli, portavoce dell’AOI. In questo senso le rappresentanze delle ONG ”hanno sollevato il problema con la Farnesina, con cui è in corso un’interlocuzione. Per ora il ministero degli Affari esteri ci ha dato la disponibilità a visionare le informazioni che stiamo raccogliendo, per valutare la sostenibilità di eventuali soluzioni”.