ROMA, 22 GENNAIO – Amref si allarga e diventa un pò più forte per acquisire rilevanza, combattere in favore della sostenibilità e condurre una nuova sfida per il mondo del terzo settore. Questi gli elementi chiave del percorso di fusione per incorporazione, che ha visto l’Associazione Fratelli dell’Uomo confluire in Amref.
Si tratta di un percorso iniziato nel 2018 e conclusosi formalmente a dicembre 2019. “Un tema del futuro quello delle fusioni e alleanze” lo definisce il direttore di Amref Health Africa-Italia, Guglielmo Micucci, che afferma: “Siamo soddisfatti perché accanto all’apporto valoriale – tra cui le risorse umane, i nuovi progetti – ci auguriamo di aver aperto una strada, non solo per noi, ma per l’intero settore”. Le due realtà associative dal 2020 si ritroveranno sotto uno stesso nome e logo, quelli di Amref Health Africa-Italia. Intanto l’organizzazione si prepara ad un evento nazionale con testimonial d’eccezione, previsto per marzo, per suggellare questa unione.
Il percorso di fusione è nato da una precisa volontà: contribuire alla riduzione della frammentazione che tanto contraddistingue il settore della cooperazione internazionale in Italia, verso l’unione di forze, esperienze e competenze e allo stesso tempo aumentare e potenziare l’impatto e la rilevanza dei programmi e delle attività portate avanti dalle due organizzazioni.
Fratelli dell’Uomo è stata fondata nel 1969 da Adolfo Soldini e da quasi 50 anni sostiene progetti di sviluppo nel Sud del Mondo, affiancando associazioni e partner locali in progetti dedicati all’accesso alle risorse naturali, alla protezione della biodiversità, alla preservazione delle culture indigene, al microcredito e alla formazione delle nuove generazioni. In Italia è presente e fortemente radicata in tre diverse realtà territoriali.
Amref Health Africa, nata in Kenya oltre 60 anni fa, è presente in Italia sin dal 1987. Opera in 35 Paesi a sud del Sahara con oltre 160 progetti di promozione della salute, facendo emergere soluzioni africane ai problemi africani, soluzioni che nascono da dentro, dal cuore delle comunità, che sono le protagoniste e non solo le beneficiarie dei progetti.
“Questo percorso è nato per effetto di una nostra, profonda, contrarietà alla frammentazione del mondo della cooperazione allo sviluppo. Frammentazione che sta portando verso l’irrilevanza – soprattutto nelle relazioni istituzionali – e sta mettendo a rischio la sopravvivenza di tante realtà ” spiega Micucci. “Quella delle fusioni e alleanze può essere una strada per unire delle realtà affini, verso una maggiore solidità, che significa poter dare risposte di maggiore qualità a chi beneficia dei nostri interventi, in Italia, in Europa e nel mondo”.
“Quello delle alleanze è per noi un tema prioritario. Un tema del futuro per la nuova Amref e speriamo per il settore stesso. Per questo restiamo aperti nell’esplorarne gli sviluppi futuri, al fine di garantire gli obiettivi appena annunciati. Intanto grazie a questa alleanza sono stati raggiunti almeno tre obiettivi. Quello di dimostrare che un percorso del genere è fattibile. Non era per nulla scontato. Secondo poi, una presenza ancora più forte per la nuova Amref, in alcune aree d’Italia, come Lombardia, Toscana e Veneto. Ed infine la possibilità di operare in ulteriori territori africani”.
Intanto per la fine di marzo Amref Health Africa – Italia prepara un evento a Milano, dove saranno coinvolti alcuni volti storici delle due organizzazioni. Un incontro che è rivolto ai sostenitori e a tutti coloro hanno a cuore l’Africa e il mondo della solidarietà.