ROMA, 8 GENNAIO – Unicef sottolinea oggi un aspetto non evidente di quanto sta accadendo in Libia, dove la guerra civile sembra conoscere nuovi tragici sviluppi. L’escalation delle ostilità a Tripoli e nei dintorni – afferma uno studio dell’organizzazione dell’Onu per l’infanzia – ha conseguenze devastanti sull’istruzione dei bambini libici: con 5 scuole distrutte e 210 chiuse, sono oltre 115.000 i bambini in Libia esclusi dal diritto all’istruzione nelle aree di Ain-Zara, Abu Salim e Soug al Juma’aa. Il 3 gennaio ben 4 scuole sono state colpite a Soug al Jum’aa, a est di Tripoli, con danni considerevoli e un impatto su circa 3.000 alunni.
Questi attacchi contro le infrastrutture scolastiche e l’insicurezza generale, a Tripoli e nei dintorni, mettono ogni giorno a rischio la vita dei bambini solo per il fatto di andare a scuola. Nessun genitore dovrebbe mai scegliere fra l’istruzione dei figli e la loro sicurezza. Anziché ambienti protetti in cui studiare e crescere, le scuole a Tripoli sono diventate luoghi di terrore. I bambini che non frequentano più la scuola sono esposti a un maggiore rischio di rimanere vittime di violenze e arruolamenti nei combattimenti.
L’Unicef sottolinea con forza che l’istruzione è diritto fondamentale di ogni singolo bambino – anche nelle aree colpite da conflitti. Gli attacchi contro le scuole sono una gravissima violazione dei diritti dell’infanzia, del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani in generale. Privare i bambini dell’opportunità di studiare ha un impatto devastante sul loro benessere e sul loro avvenire.
In base a queste considerazioni l’UNICEF chiede a tutte le parti del conflitto in Libia di proteggere sempre i bambini, di cessare gli attacchi contro le scuole e di astenersi da violenze indiscriminate contro la popolazione e le infrastrutture civili.