NEW YORK, 7 GENNAIO – Un vaso attico a figure nere scavato illegalmente a Vulci e recuperato nel 2018 ad Ascona in Svizzera, un dipinto barocco, il Compianto di Adamo ed Eva sul corpo di Abele, rubato nel 2006 a Palermo e recuperato sette anni dopo a Cagliari. Leda e il Cigno su rame attribuito al pittore rinascimentale Lelio Orsi, esportato illegalmente dall’Italia e recuperato a New York nel 2012. Una statuetta di bronzo di eta’ romana, trafugata dal Museo Nazionale Romano nel 1943, nel caos di Roma citta’ aperta, e recuperato pochi mesi fa a Sciaffusa. “Questa mostra si basa su una premessa unica: mette insieme opere d’arte che condividono una storia: sono state tutte rubate e restituite”, ha detto il segretario Generale dell’onu Antonio Guterres intervenendo alla rassegna “L”arte di salvare l’arte”, organizzata dalla rappresentanza permanente italiana all’Onu per celebrare un doppio appuntamento: i 50 anni della punta di eccellenza del Nucleo per la Tutela del Patrimonio culturale dei Carabinieri e i 75 anni dell’organizzazione delle Nazioni Unite che si celebrano nel 2020.
L’affollatissimo evento al Palazzo di Vetro non poteva essere piu’ tempestivo alla luce sul dibattito aperto quando il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha minacciato di colpire siti culturali iraniani in rappresaglia di qualsiasi azione che l’Iran volesse lanciare dopo l’attacco coi droni che ha ucciso il generale Qassim Suleimani. “Siamo di fronte oggi a un raggio di sfide che mettono in pericolo la nostra comune eredita’ culturale. Ma c’e’ un aspetto comune della reazione: la cooperazione internazionale”, ha detto Guterres, mentre per Tijjani Muhammad-Bande, Presidente dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, “di fronte a chi vuole distruggere la cultura di altri Paesi, bisogna continuare ostinatamente a produrre arte e cultura”.
La mostra, aperta all’Onu sino al 17 gennaio, è stata inaugurata dal presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, nel maggio 2019 al Quirinale. Nell’ottobre 2019 è stata esposta presso la sede dell’Unesco a Parigi ed entro la fine dell’anno arriverà a Pechino. Per l’Onu si tratta del primo evento importante in apertura del nuovo decennio, ha osservato l’ambasciatrice Mariangela Zappia, Rappresentante Permanente dell’Italia al Palazzo di Vetro, sottolineando che “l’Italia ha tradizionalmente promosso l’idea che la cultura sia uno strumento di pace. Lo ha fatto in vari modi, anche proponendo per la prima volta una risoluzione del Consiglio di Sicurezza sulla protezione del patrimonio culturale in situazioni di conflitto. L’Italia è fortemente convinta che si possa contribuire al mantenimento della pace anche attraverso la protezione del patrimonio culturale”, mentre a volte si rischia di dimenticare come la nostra identità sia il frutto di secoli di scambi culturali”.
Secondo Guterres, che ha reso omaggio all’Italia per i suo ruolo leader nel campo della tutela, la mostra offre una riflessione sul quel che può fare il multilateralismo non solo per la protezione dell’eredita’ culturale comune dell’umanità ma anche su tanti altri fronti: dal cambiamento climatico alle rivolte civili, dal conflitto armato al terrorismo.
Il generale dei Carabinieri Roberto Riccardi ha reso omaggio ai Monument’s Officers alleati della seconda guerra mondiale, un gruppo di archeologi e storici dell’arte americani e britannici che che hanno contribuito a salvare il patrimonio culturale europeo e italiano durante la ritirata nazista: i “soldati di Venere”, come venivano chiamati allora, o “Venus Fixers”, hanno passato il testimone a Khaled al-Asaad, l’archeologo siriano custode delle antichità di Palmira pubblicamente decapitato dall’Isis il 18 agosto 2015 all’eta’ di 83 anni. Un rilievo di Palmira recuperato dai Carabinieri e’ esposto oggi al Palazzo di Vetro: al termine della mostra – ha detto il generale Riccardi – sara’ restituito alla Siria. (@OnuItalia)