BRESCIA, 7 SETTEMBRE – Sono tornati, puntuali, come da tabella di marcia, e con la richiesta che anche l’Italia aderisca al trattato per l’abolizione delle armi nucleari, gli oltre cento messaggeri di pace che hanno permesso di dar vita anche quest’anno a Percorri la pace.
Otto giorni da Brescia fino a Vienna e ritorno, 660 chilometri a piedi o in bicicletta, passando per Longarone, simbolo del disastro del Vajont, Mathausen e la capitale austriaca. Qui hanno visitato il Vienna International Center, di cui si celebra quest’anno il 40° anniversario, il quartier generale delle Nazioni Unite a Vienna, hanno incontrato l’ambasciatrice italiana e i funzionari dell’Agenzia per l’energia Atomica.
L’avvio ufficiale dell’itinerario in bicicletta era partito con la visita al cimitero di Longarone dove sono sepolte le vittime del Vajont ricordando anche i disastri ambientali causati dalla tempesta Vaia dello scorso ottobre. Era stata l’occasione per rilanciare l’impegno per la salvaguardia del pianeta e per la promozione di stili di vita equi e solidali. Dopo la scalata dell’impegnativo passo del Groβglockner, i ciclisti hanno poi visitato il lager di Mauthausen l’ultimo dei principali campi di concentramento nazisti ad essere stato liberato il 5 maggio 1945.
Infine la tappa di Vienna con gli incontri ufficiali. A dare il benvenuto agli sportivi e’ stata la Rappresentante Permanente italiana Maria Assunta Accili con Giovanni Gallo dell’AIEA e Andrea Borio di UNODC. A differenza delle scorse edizioni, quest’anno anche il ritorno e’ stato in sella. (@OnuItalia)