ROMA/NEW YORK, 3 LUGLIO – Mentre all’Onu e tra le agenzie specializzate cresce l’indignazione per la strage di migranti, tra cui molte donne e bambini, in un centro di detenzione a Tajoura, a est di Tripoli, l’Italia, su istruzioni del ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, ha proposto all’Unione Europea un’immediata presa di posizione unitaria dei 28 Stati membri che sostenga l’apertura di un’inchiesta da parte delle Nazioni Unite su quanto accaduto e che condanni con fermezza il “gravissimo e tragico bombardamento, causa della morte di decine di persone”. Lo indicano fonti della Farnesina.
Nell’attacco a Tajoura almeno 44 migranti sono rimasti uccisi e oltre 130 feriti. Centinaia di uomini, donne e bambini, per la maggi parte arrivati da paesi africani, erano chiusi nel centro da mesi, in alcuni casi anni. Il governo libico internazionalmente riconosciuto ha dato la colpa dell’attacco alle forze del generale Khalifa Haftar e chiesto un’inchiesta dell’Onu sull’accaduto. Haftar ha dichiarato che il raid era diretto contro la base di una milizia.
Moavero ha condannato con forza il raid a Tajoura: “Un’ulteriore tragedia che mostra l’atroce impatto della guerra sulla popolazione civile”, aveva dichiarato in una nota in cui “la netta condanna dei bombardamenti indiscriminati di aree civili si accompagna all’appello a fermare un aggravarsi delle ostilità che mette continuamente in gravissimo pericolo vite umane e distrugge infrastrutture essenziali per la popolazione. Moavero aveva sottolineato la necessita’ di “garantire, immediatamente, misure di seria protezione per i civili e, in particolare, trasferire i migranti che si trovano nelle strutture di raccolta in luoghi al sicuro dai combattimenti e sotto la tutela delle Nazioni Unite”.
L’inchiesta e’ stata sollecitata anche da un “indignato” Segretario Generale dell’Onu Antonio Guterres. In una nota del suo portavoce, Guterres ha “condannato questo orrendo incidente nei termini più forti”, chiedendo “un’indagine indipendente per assicurare che i colpevoli siano consegnati alla giustizia”. Le Nazioni Unite, ha sottolineato Guterres, avevano fornito alle parti le coordinate esatte del centro di detenzione proprio per prevenire quanto e’ invece accaduto. Il segretario generale ha ricordato alle parti “l’obbligo ai sensi del diritto umanitario internazionale di adottare tutte le precauzioni possibili per evitare, e in ogni caso di minimizzare, le perdite di civili”. La missione delle Nazioni Unite in Libia UNSMIL ha definito la strage un “possibile crimine di guerra”.
Guterres ha osservato che “questo incidente sottolinea l’urgenza di fornire a tutti i rifugiati e migranti un rifugio sicuro fino a quando le loro richieste di asilo possono essere valutate o possano essere rimpatriati in modo sicuro”. Intanto della strage si occupa il Consiglio di Sicurezza: una riunione di emergenza chiesta dalla Libia e’ stata convocata nel pomeriggio. (@OnuItalia)