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venerdì, Luglio 26, 2024

Migranti: Sea Watch dissequestrata; Grandi, salvataggio in mare e’ obbligo morale

GENOVA/TRENTO, 2 GIUGNO – Mentre la Sea Watch 3, che lo scorso 18 maggio sbarcò a Lampedusa 47 migranti salvati al largo delle coste libiche, viene dissequestrata dalla procura di Agrigento e mentre a Genova arriva il pattugliatore della Marina Militare Cigala Fulgosi (un centinaio di profughi, 20 dei quali hanno bisogno di cure immediate, raccolti dalle acque al largo della Libia), l’Alto Commissario Onu per i rifugiati Filippo Grandi torna a intervenire sull’obbligo morale del salvataggi in mare: “Tra tutti i gesti umanitari è forse il più esemplare, diminuire la capacità dei salvataggi in mare è un attentato alla cultura e alla tradizione europea”, ha detto Grandi al Festival dell’Economia di Trento.

Le ong, ha aggiunto i capo dell’agenzia dell’Onu al centro della crisi delle migrazioni, “svolgono un lavoro molto importante. Da quando hanno dovuto ridurre i salvataggi, sono calati anche gli interventi ma la proporzione di morti in mare rispetto a quelli che arrivano continua ad aumentare ed è inaccettabile”. I migranti, ha poi ribadito Grandi, “non devono essere riportati in Libia perché non è assolutamente un posto sicuro. Se si continuerà ad affrontare la crisi con una logica nazionalista si sbaglierà sempre: questi temi vanno affrontati globalmente”.

Torneremo subito in mare, “tante persone sono in pericolo”, ha annunciato Sea Watch. La decisione della procura di Agrigento non è piaciuta al ministro dell’Interno Matteo Salvini, che parla di “politiche buoniste” mentre si cerca di definire il futuro dei salvati della Cigala Fulgosi: “Nessuno di loro – fa sapere Salvini – sarà a carico degli italiani. Una parte sarà accolta in altri cinque Paesi europei mentre tutti gli altri saranno ospitati dal Vaticano, che ringraziamo per la sensibilità”.

Intanto a Trento Grandi avverte che i migranti non devono assolutamente essere riportati in Libia: “Quello che ho visto nei centri di detenzione in Libia non l’ho mai visto da nessuna parte del mondo. Si tratta di veri e propri campi di concentramento, noi cerchiamo di portare via il maggior numero di persone, ma non è certo la soluzione. Se si continuerà ad affrontare la crisi con una logica nazionalista si sbaglierà sempre: questi temi vanno affrontati globalmente”. (@OnuItalia)

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Il giornale Italiano delle Nazioni Unite. Ha due redazioni, una a New York, l’altra a Roma.

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