AREZZO, 17 MAGGIO – L’Italia aderisce simbolicamente ma concretamente all’appello di Rondine, Cittadella della Pace: cinque fucili in meno alla Difesa in cambio di borse di studi per formare futuri leader di pace in base al “metodo Rondine”. “Confermo l’adesione alla campagna Leaders for Peace e vi porto un gesto piccolo, ma concreto: cinque fucili. La nostra Difesa rinuncia all’acquisto di cinque fucili per sostenere la vostra campagna”, ha detto il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte confermando, durante la visita di questa mattina a Rondine Cittadella della Pace, l’impegno preso a febbraio, quando firmò l’appello di “Leaders for Peace”.
“Chi ha responsabilità politiche di vertice come me deve dare segnali concreti”, ha detto Conte: “Non solo aderisco ma mi farò latore con gli altri leader di governo che incontrerò, cercando di diffondere la vostra iniziativa. Ne condivido i valori di fondo, sarò vostro testimonial”. Dalla Cittadella della Pace il Premier annuncia un impegno del Governo nella mediazione in tutti gli scenari globali di conflitto, dalla Libia al Venezuela, ribadendo la convinzione che “la violenza non può che generare violenza. Non è possibile pensare di stabilizzare un paese con l’intervento militare”. Il raggiungimento della pace necessita di “feroce determinazione”.
La stessa determinazione che hanno manifestato le studentesse della World House, lo Studentato internazionale di Rondine dove sono accolti giovani provenienti da luoghi di conflitto o post conflitto, che hanno scelto la Cittadella della Pace per incontrare il proprio “nemico” e formarsi come leader di pace. Tra loro Stephanie, proveniente dalla Colombia, il paese che ha subito il conflitto più lungo dell’America Latina: “In Colombia essere un leader con un pensiero diverso dall’oligarchia significa morte certa. Io ho preso la decisione di affrontare le mie paure e diventare una leader di pace, perché voglio prendermi la responsabilità di essere un’agente di cambiamento nella mia società: le decisioni che prendiamo oggi saranno la realtà di domani e noi giovani vogliamo avere il diritto di decidere”. Al suo fianco Sara, dalla Bosnia-Erzegovina: “Non si può risolvere un conflitto con politiche che disumanizzano l’altro, neanche con discorsi retorici che alimentano le divisioni tra un noi e loro, tra giusti e sbagliati, tra amici e nemici. Purtroppo spesso queste azioni possono diventare il preambolo delle guerre.”
Rondine “ha scelto di investire sul primo passo e sul valore del simbolo e siamo felici che questo sia arrivato proprio dal governo italiano”. Alla visita erano presenti anche il cardinale Gualtiero Bassetti, Presidente della Cei, l’imprenditore umanista Brunello Cucinelli e il Segretario Generale del Ministero degli Esteri Elisabetta Belloni, dalla quale è arrivato l’invito alle Nazioni Unite, luogo simbolo dove lo scorso dicembre, nella Giornata dei Diritti Umani, era stata lanciata la campagna globale “Leaders for Peace” per la riduzione dei conflitti armati nel mondo, che oggi trova il suo primo sostegno concreto. Dopo l’Italia, sono ancora 192 i Paesi Membri a cui Rondine continuerà a chiedere sostegno. Intanto il primo mattone della nuova Global Leaders School è stato posato simbolicamente dal Presidente Conte, che ha concluso: “Se si riesce a condividerlo con altri leader, e io sono nella posizione per farlo, significherebbe diffondere a macchia d’olio in tutto il mondo una nuova sensibilità”. (@OnuItalia)