MAPUTO, 2 APRILE – In Mozambico, colpito il 15 marzo dal devastante ciclone Idai, è corsa contro il tempo per fornire assistenza alla popolazione civile. Una settimana fa un aereo con un carico di beni di prima necessità messo a disposizione dall’UNHCR è atterrato a Maputo. Il ponte aereo è il primo dei tre previsti per assicurare aiuti a circa 30.000 persone in Mozambico, Zimbabwe e Malawi. Gli aiuti forniti dall’UNHCR provengono dalle scorte globali stoccate nei magazzini di Dubai e includono tende per famiglie, teloni impermeabili, materassi, coperte, zanzariere, lampade solari, set da cucina, taniche e altri beni di prima necessità.
”I sopravvissuti a questo disastro naturale di proporzioni devastanti necessitano urgentemente di sostegno da parte di tutta la comunità internazionale”, ha dichiarato Valentin Tapsoba, Direttore dell’Ufficio Regionale UNHCR per l’Africa meridionale. In Mozambico le scorte dell’UNHCR saranno immediatamente trasferite a Beira, una delle località colpite più duramente dalla furia del ciclone, in cui migliaia di persone hanno perso le proprie case e i propri beni.
Il ciclone tropicale Idai si è abbattuto nella notte fra il 14 e il 15 marzo sull’area di Beira City, nel Mozambico centrale. Secondo le stime iniziali vi sarebbero 447 vittime, 1.500 feriti e danni considerevoli alle infrastrutture a Beira e in tutta l’area circostante. La situazione in Mozambico, Zimbabwe e Malawi rimane critica dopo il violento passaggio del ciclone Idai, una catastrofe che ha colpito più di un milione di persone. Secondo un primo bilancio provvisorio almeno 650 persone hanno perso la vita e molte altre sono rimaste gravemente ferite.
Nel campo rifugiati di Tongogara, a sud-est dello Zimbabwe molti dei pozzi sono stati danneggiati e i pochi rimasti non possono garantire acqua a sufficienza per tutti.
Le comunicazioni interrotte rendono la situazione molto complicata, ma gli operatori umanitari sono già sul campo: in poche ore circa 168 famiglie sono state ricollocate in zone sicure, e stiamo distribuendo tende, teloni impermeabili, materassi, taniche, secchi, zanzariere, lampade solari e sapone.
Anche la FAO ha fatto sentire la sua voce e si prepara ad assistere le comunità rurali a rilanciare la produzione agricola sconvolta dalle alluvioni. In un paese dove l’80 percento della popolazione vive di agricoltura, sarà fondamentale mantenere in vita il bestiame, ripristinare i campi e far ripartire la produzione alimentare man mano che le acque recedono. Ampie zone coltivate sono state inondate a poche settimane dall’inizio dei raccolti di mais e sorgo di aprile e maggio. Si stima che buona parte delle perdite si concentrerà nelle province mozambicane di Manica e Sofala, che normalmente forniscono circa un quarto della produzione nazionale di cereali.
La FAO ha dichiarato la riposta al ciclone Idai in Mozambico una priorità assoluta e chiede una somma iniziale di 19 milioni di dollari per assistere le popolazioni colpite maggiormente nei prossimi tre mesi, concentrandosi nel ripristino della produzione alimentare locale e per fornire assistenza alle comunità di allevatori e di pescatori. “Quando le acque si saranno ritirate, sarà fondamentale che il governo, la FAO e i suoi partner intervengano immediatamente” ha affermato Olman Serrano, Rappresentante dell’Organizzazione in Mozambico e coordinatore delle operazioni di emergenza della FAO nel paese. “Una volta stabilito come e quanta terra potrà essere riabilitata, ci occuperemo di acquistare e distribuire urgentemente le sementi così da permettere ai contadini di seminare per la seconda stagione agricola che inizia a ora, ad aprile”.
Il piano d’intervento prevede l’evacuazione degli animali e la fornitura di mangime e di servizi veterinari. Salvare una mucca dalla fame e dalle malattie costa circa 50 dollari, acquistare un capo nuovo può costare fino a 600 dollari. Anche i pescatori hanno bisogno di assistenza immediata, soprattutto per quanto riguarda le attrezzature e le infrastrutture. La città portuale di Beira, in particolar modo, centro nevralgico del settore ittico del paese e punto di ingresso di oltre un milione di tonnellate di grano e riso ogni anno, ha subito la maggiore distruzione da parte del ciclone Idai.
Ristabilire l’accesso ai mercati per la popolazione – sia per l’acquisto di cibo che per la vendita del raccolto – è un’altra priorità, che potrebbe beneficiare del programma Fao Cash+, grazie al quale piccoli contadini ricevono denaro contante in cambio di ore di lavoro per il ripristino di strade e infrastrutture. Una comprensione migliore delle necessità della regione sarà possibile quando le acque si saranno ritirate e le immagini satellitari forniranno maggiori dettagli sullo stato dei pozzi di irrigazione, degli abbeveratoi per animali, delle infrastrutture agricole e della salute dei suoli.
Giunto in Mozambico all’indomani del disastro, Daniele Donati, Vicedirettore della divisione Emergenze e Resilienza della FAO, ha sottolineato come i cambiamenti climatici contribuiscano certamente alla comprensione della natura estrema del ciclone, oltre all’approccio agli aiuti umanitari: “Questi eventi ci spingono a espandere il concetto di interventi salvavita, includendo la protezione dei mezzi di sostentamento. Normalizzare i mezzi di sussistenza è una priorità assoluta” ha affermato.