ROMA, 31 MARZO – Mezzo secolo al servizio dell’eredita’ culturale in Italia e nel mondo: compie quest’anno 50 anni il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. Era il 3 maggio 1969 quando a Roma, nello storico Palazzetto tardo barocco ideato dall’architetto Filippo Raguzzini nella storica e suggestiva Piazza di Sant’Ignazio, si insediò il primo Reparto TPC, oggi articolato sul territorio nazionale con 15 Nuclei e 1 Sezione per fronteggiare, con efficacia di strumenti ed interventi mirati, l’allarmante fenomeno della depauperazione del più grande museo al mondo: l’Italia.
L’iniziativa precede di un anno la raccomandazione della Conferenza Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO), che da Parigi nel 1970 indico’ agli Stati aderenti l’opportunità di adottare varie misure volte a impedire l’acquisizione di beni illecitamente esportati e favorire il recupero di quelli trafugati, tra cui la costituzione di servizi a ciò preposti. L’Italia fu dunque il primo Paese al mondo a dotarsi di un organismo di polizia specializzato nello specifico settore. Anche a seguito dei rilevanti risultati conseguiti, il 20 settembre 1971 il Comando Generale dell’Arma stabiliva l’elevazione del reparto al rango di Comando di Corpo, retto da Colonnello, con alle dipendenze il preesistente Nucleo Tutela Patrimonio Artistico.
Quest’ultimo, negli anni successivi, allo scopo di delineare un modello organizzativo più rispondente alle aumentate esigenze di contrasto nel particolare comparto criminale, veniva riconfigurato in Reparto Operativo, articolato nelle Sezioni Archeologia, Antiquariato, Falsificazione ed Arte Contemporanea. Con Decreto del Ministro per i Beni Culturali e Ambientali del 5 marzo 1992, era formalmente sancita la collocazione del Comando nell’ambito del Dicastero, così come ne venivano formalizzati funzioni e compiti, con la nuova denominazione di Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Artistico, che sarà mantenuta sino all’emanazione del D.P.R. 6 luglio 2001, nr. 307. Con tale provvedimento, infine, il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (nuova e attuale denominazione) è stato inserito tra gli Uffici di diretta collaborazione del Ministro per i Beni e le Attività Culturali, al quale risponde funzionalmente.
Ai sensi del Decreto del Ministro dell’Interno del 28 aprile 2006, il Comando ha ora anche formalmente assunto, nel settore, la funzione di polo di gravitazione informativa e di analisi a favore di tutte le Forze di Polizia, con particolare riferimento all’alimentazione della banca dati specializzata e dunque oggi come in passato il Comando opera sul territorio nazionale d’intesa con tutte le componenti dell’Arma dei Carabinieri, con le altre Forze dell’Ordine ed in sinergia con le Soprintendenze e svolge la propria attività in campo internazionale tramite INTERPOL secondo le convenzioni.
Uno dei fiori all’occhiello del reparto è senza dubbio la “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, gestita dal TPC per conto del MiBACT: conta circa 6 milioni di opere registrate ed è a disposizione di tutte le polizie del mondo. E sempre a livello internazionale nel 2015 i Carabinieri TPC sono diventati il fulcro dell’iniziativa UNESCO del “caschi blu della cultura”: una Task Force nata su iniziativa italiana per dare una risposta agli attacchi sistematici, deliberati e violenti nei confronti del patrimonio culturale di popoli e nazioni ad opera di gruppi estremisti di ispirazione religiosa. (@OnuItalia)