NEW YORK, 27 MARZO – “Le Nazioni Unite sono il cuore del multilateralismo e questo cuore deve battere per tutti”. Lo ha detto alla Voce di New York la Rappresentante Permanente dell’Italia all’Onu in una intervista dedicata alla riforma del Consiglio di Sicurezza.
“L’Italia, assieme al gruppo Uniting for Consensus che coordiniamo, ha sempre dimostrato apertura al dialogo e flessibilità. L’obiettivo di tutti dovrebbe essere quello di trovare una soluzione consensuale. Con il mio collega e amico tedesco Christoph Heusgen, che conosco da quando eravamo rispettivamente Consiglieri Diplomatici della Cancelliera e del Primo Ministro, ho un dialogo aperto anche su questo tema. Abbiamo posizioni diverse ma questo non vuol dire che sia l’Italia a bloccare il negoziato. L’Italia, come la Germania, difende una visione di riforma del CdS e al tempo stesso un legittimo interesse nazionale che onestamente penso coincida con quello europeo più che quello tedesco. Il vero ostacolo per il negoziato è l’intransigenza dei paesi che insistono a voler allargare, per entrarci, il club dei permanenti”, ha detto la Zappia.
Quanto all’ipotesi di un seggio europeo, per l’ambasciatrice si tratta di una “aspirazione ideale”, ma anche un’evoluzione indicata dalla Carta, che al Capitolo VIII prevede un ruolo centrale per le organizzazioni regionali in materia di pace e sicurezza. “Dobbiamo tenere a mente quest’idea come un faro che indica la strada giusta. Oggi non ci sono le condizioni per realizzarla, non solo perché gli stessi membri permanenti europei non lo accetterebbero, ma anche in generale registriamo la percezione di altri che l’Europa sia già sovrarappresentata in Consiglio. Nel frattempo dobbiamo continuare a lavorare per la riforma. Le proposte massimaliste rischiano di condannare il negoziato a uno stallo indefinito”, mentre “abbiamo bisogno di colmare quel deficit di fiducia verso il multilateralismo che è andato allargandosi anche a causa della percezione, e francamente anche più che una percezione, di inefficienza del Consiglio”. A questo scopo l’Europa “deve continuare a rafforzare la sua coerenza e unità d’azione. Tutti i paesi europei che siedono in Consiglio di Sicurezza hanno la responsabilità di rendere il punto di vista dell’UE più forte e chiaro e di difendere valori e principi comuni intensificando il coordinamento tra i paesi dell’UE, membri e non del Consiglio di Sicurezza, e il dialogo tra Bruxelles e New York”.
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