NEW YORK, 4 DICEMBRE – Nuovo schiaffo del presidente americano all’Onu: Donald Trump ha infatti deciso di ritirare gli Stati Uniti dal Global compact for migrations, il patto delle Nazioni Unite per migliorare la gestione mondiale di migranti e rifugiati. Le linee guida del progetto vengono ritenute dal presidente americano “incompatibili” con le sue idee politiche.
L’annuncio è arrivato alla vigilia del vertice mondiale che si apre oggi a Puerto Vallarta, in Messico. L’Onu ha subito espresso “rammarico” per la decisione. Il presidente dell’Assemblea generale Onu, Miroslav Lajcak, ha sottolineato che le Nazioni Unite non dovrebbero perdere questa occasione “per migliorare le vite di milioni di persone nel mondo”. “La migrazione è un fenomeno globale che richiede una risposta globale – ha detto – e il multilateralismo resta la strada migliore per affrontare le sfide globali”. Ad annunciare la scelta di Trump, l’ambasciatrice americana all’Onu, Nikki Haley: “Le nostre decisioni sull’immigrazione devono essere sempre prese dagli americani e solo dagli americani”.
Quello sul patto per i migranti e i rifugiati è un nuovo strappo dell’amministrazione Trump rispetto alle Nazioni Unite. Nell’ottobre scorso la decisione di uscire dall’Unesco a partire dal 2019: in quel caso Trump contestava all’organismo internazionale di mostrare “pregiudizi anti-israeliani”. Inoltre gli Stati Uniti avevano confermato anche la loro uscita dagli accordi di Parigi sul clima sottoscritti solo un anno prima nella conferenza annuale della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.
Il Global Compact promosso dall’Onu era stato lanciato nel corso del summit straordinario su migranti e rifugiati del settembre 2016. Prevede un impegno internazionale per “una migrazione sicura, ordinata e regolare”, con un programma che deve essere definito entro il 2018. Tra i principali sostenitori c’era stato Barack Obama. E tra le premesse del documento preparatorio veniva sottolineato che in situazioni di viaggi lunghi, costellati di abusi e violenze risulta difficile una distinzione netta tra rifugiati e migranti economici. Due aspetti che non potevano attirare le simpatie di Donald Trump.
Nel luglio scorso, al vertice del G20 di Amburgo, il premier italiano Paolo Gentiloni aveva invece affermato l’importanza del “global compact, ribadendo la necessità di “investire in Africa per lo sviluppo e contro le conseguenze del cambiamento climatico, stabilizzare la Libia, combattere i trafficanti”.
(@novellatop, 4 dicembre 2017)