ROMA, 10 LUGLIO 2025 – Reduce da Lampedusa, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati Filippo Grandi è stato ascoltato oggi dalle Commissioni Esteri riunite di Camera e Senato e dalla Commissione Diritti Umani del Senato. Nel corso dell’audizione, tenutasi presso l’Aula della Commissione Politiche dell’Unione europea, Grandi ha tracciato un quadro estremamente complesso delle crisi migratorie globali, evidenziando le fragilità crescenti del sistema umanitario e la necessità urgente di rafforzare gli strumenti multilaterali.
Avviandosi tra pochi mesi al termine del suo mandato decennale, Grandi ha ringraziato il Parlamento italiano per la collaborazione avuta nel corso degli anni, sottolineando come il dialogo con le istituzioni italiane sia stato sempre costruttivo, indipendentemente dagli orientamenti politici dei governi in carica.
Lampedusa, simbolo delle sfide migratorie
La visita a Lampedusa, la prima del suo mandato, avvenuta appena il giorno prima, ha rappresentato per Filippo Grandi un momento di riflessione simbolica e concreta: “Gli arrivi non sono al livello di emergenza pero’ sono costanti e l’isola continua ad essere sulla linea del fronte: anche nella notte che abbiamo passato a Lampedusa sono sbarcate 87 persone”, ha detto lodando la comunità locale per la gestione continua degli arrivi e riconoscendo i progressi realizzati nell’hotspot dell’isola, ora gestito dalla Croce Rossa che ha definito “un modello di accoglienza allo sbarco esemplare“. L’Alto Commissario ha inoltre ribadito l’importanza del coordinamento tra autorità pubbliche, forze dell’ordine, società civile e ONG nei soccorsi in mare e nell’assistenza ai migranti.
Crisi umanitarie e riduzione dei finanziamenti
Grandi ha poi spostato l’attenzione sul quadro globale, dove le crisi si moltiplicano senza che si intravedano soluzioni durature. Ha espresso forte preoccupazione per l’indebolimento dei meccanismi multilaterali di gestione dei conflitti e per il calpestamento sistematico del diritto umanitario internazionale. Ha denunciato come la riduzione drastica degli aiuti umanitari, in particolare da parte degli Stati Uniti, stia avendo effetti devastanti: “Stiamo tagliando un terzo delle operazioni dell’Alto Commissariato”, ha affermato, spiegando che questa riduzione colpisce in particolare i programmi dedicati alla sicurezza alimentare, sanità, educazione e protezione contro la violenza di genere.
Grandi ha quindi ringraziato il governo italiano per aver mantenuto i suoi contributi e per aver sostenuto il ruolo stabilizzatore degli aiuti allo sviluppo. In un contesto di calo generalizzato dei finanziamenti, ha sollecitato l’Europa a farsi carico con maggiore decisione del proprio ruolo e ha posto l’accento sulla necessità di coinvolgere maggiormente il settore privato.
Nord Africa e Siria: tra criticità e spiragli di speranza
Particolarmente critiche, a suo avviso, sono le situazioni in Tunisia e Libia, dove l’accesso dell’UNHCR alle persone vulnerabili è sempre più limitato. In Tunisia, Filippo Grandi ha denunciato il blocco alla registrazione dei richiedenti asilo e l’ostilità crescente verso migranti e rifugiati, nonché episodi di respingimenti nel deserto. La cooperazione con la Libia è nuovamente peggiorata, in un contesto di instabilità interna e tensioni fra gruppi locali.
Più positiva, invece, la situazione in Siria, dove Grandi ha riscontrato segnali di miglioramento dopo anni di conflitto. Oltre 600.000 rifugiati sono tornati nel Paese dai Paesi limitrofi e 1,5 milioni di sfollati interni hanno fatto rientro nelle proprie case. L’alto responsabile delll’ONU elogiato il ruolo dell’Italia, primo Stato UE a riaprire l’ambasciata a Damasco, e ha auspicato nuovi investimenti per sostenere il processo di ricostruzione.
Sudan, Afghanistan e Palestina: crisi dimenticate
L’intervento ha toccato anche la drammatica crisi in Sudan, dove il conflitto si è trasformato in una guerra di bande che colpisce duramente la popolazione civile. Grandi ha parlato di “inferno” e ha sottolineato l’incapacità della comunità internazionale di promuovere un negoziato tra le fazioni in guerra. In Afghanistan, ha annunciato una prossima visita per valutare la difficile situazione causata dal regime talebano, che si mostra impermeabile a qualsiasi pressione sul rispetto dei diritti delle donne.
Sulla Palestina, Grandi ha chiarito che l’UNHCR non è attivo sul campo, rimandando il mandato all’UNRWA e sottolineando la necessità di una soluzione politica duratura.
Riforme e sinergie nel sistema ONU
Rispondendo alle domande dei parlamentari, Filippo Grandi ha discusso anche delle possibili sinergie tra agenzie ONU per migliorare l’efficienza e ridurre i costi. Ha escluso per ora fusioni istituzionali, preferendo un rafforzamento della cooperazione operativa. Ha infine confermato che il Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres, presenterà un primo rapporto di riforma (“ONU 80”) all’Assemblea Generale a settembre. (@OnuItalia)