NEW YORK, 29 NOVEMBRE – Di fronte a un escalation di violenza contro gli operatori umanitari e il personale delle Nazioni Unite la Rappresentante permanente della Svizzera all’Onu, Pascale Baeriswyl, ha riaffermato che “i civili, e coloro che li assistono, devono essere rispettati e protetti. Non sono un bersaglio”.
In una dichiarazione nome di 117 Paesi tra cui l’Italia letta davanti all’aula del Consiglio di Sicurezza, l’Ambasciatrice ha reso omaggio a tutti gli operatori umanitari e al personale ONU, sia in prima linea che al Palazzo di Vetro. “Che lavoriate per una ONG locale o per una grande organizzazione internazionale, che siate reclutati localmente o inviati come personale internazionale: il vostro lavoro e la vostra dedizione sono essenziali per salvare vite umane e alleviare le sofferenze di milioni di persone in tutto il mondo”.
Nella dichiarazione si afferma che “le esigenze umanitarie sono in aumento, così come lo sono le violenze contro gli operatori umanitari e il personale delle Nazioni Unite. Nel 2023, oltre 500 operatori umanitari sono stati uccisi, feriti, detenuti o rapiti in tutto il mondo. Il personale nazionale rappresenta la stragrande maggioranza, oltre il 90%, di coloro che ne sono stati colpiti. E gli sviluppi del 2024 sono ancora più allarmanti. Gaza e la Cisgiordania sono i luoghi più pericolosi al mondo per gli operatori umanitari, con oltre 150 membri del personale umanitario uccisi dall’inizio dell’anno. Altri contesti che hanno registrato il numero più alto di vittime sono il Sudan, l’Ucraina, la Repubblica Democratica del Congo e il Sud Sudan”.
Escalation nell’anniversario delle Convenzioni di Ginevra
Il documento nota la coincidenza tra questa escalation con con l’anno in cui del 75° anniversario delle Convenzioni di Ginevra e il 25° anniversario del riconoscimento, da parte del Consiglio di Sicurezza, della protezione dei civili come parte della sua agenda. “Questi traguardi devono fungere da richiamo all’azione. In quanto membri delle Nazioni Unite e della comunità internazionale nel suo insieme, dobbiamo unire le forze per garantire il rispetto del diritto umanitario internazionale”, ha detto la Baerisvyl, ricordando che sei mesi fa il Consiglio di Sicurezza ha adottato la Risoluzione 2730 sulla protezione del personale umanitario e delle Nazioni Unite e del personale associato, inclusi il personale nazionale e reclutato localmente, nonché dei loro locali e beni.
“Ribadiamo il nostro sostegno a questa risoluzione e chiediamo la sua immediata attuazione da parte di tutti gli attori. Accogliamo con favore le raccomandazioni del Segretario Generale sulle misure per prevenire e rispondere agli episodi di violenza contro il personale umanitario e delle Nazioni Unite, per garantire responsabilità in questi casi e per migliorarne la protezione. Queste raccomandazioni arricchiscono gli strumenti che ci permettono di tradurre la volontà politica in azione”. (@OnuItalia)