NEW YORK, 26 SETTEMBRE – Pienamente consapevole della necessità di riparare l’ingiustizia storica nei confronti dell’Africa, il Gruppo Uniting for Consensus ritiene che l’ampliamento del Consiglio di Sicurezza con membri non permanenti offra un’opportunità concreta ed efficace per ogni Stato membro di contribuire attivamente al mantenimento della pace e della sicurezza internazionale e di riequilibrare il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite aumentando la partecipazione delle regioni sottorappresentate. “Siamo impegnati a trovare una soluzione pratica che tenga conto delle aspirazioni del continente africano, così come di altre regioni”, affermano i membri dei Gruppo, coordinato dall’Italia, in un comunicato congiunto diffuso ai margini dell’Assemblea generale dell’ONU.
Il Gruppo – composto da Argentina, Canada, Colombia, Costa Rica, Italia, Malta, Messico, Pakistan, Repubblica di Corea, San Marino, Spagna, Turchia – si è riunito oggi per discutere il “Patto per il Futuro” recentemente adottato e fare il punto sul processo di riforma del Consiglio.
I membri UfC hanno accolto con favore l’appello lanciato dai capi di Stato e di governo nel “Patto per il Futuro” di perseguire una riforma del Consiglio di Sicurezza che riconosca l’urgente necessità di renderlo più rappresentativo, inclusivo, trasparente, efficiente, efficace, democratico e responsabile. Questa chiara riflessione sottolinea la necessità di realizzare una riforma ampia del Consiglio di Sicurezza nell’ambito dei Negoziati Intergovernativi (IGN), l’unico forum appropriato e legittimo per negoziare la riforma del Consiglio di Sicurezza, nell’interesse dell’Organizzazione stessa e di tutti gli Stati membri.
Limitazioni all’uso del veto
I membri UfC hanno ricordato che nel marzo 2024 il gruppo ha presentato un modello che propone di aumentare il numero di membri non permanenti (compresi i seggi non permanenti a lungo termine) e di migliorare i metodi di lavoro del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, garantendo la responsabilità nei confronti di un numero più ampio di membri e una distribuzione geografica più equa. Inoltre, UfC promuove la limitazione dell’uso del veto da parte dei cinque membri permanenti.
Il modello UfC – affermano i suoi membri – garantisce la dovuta e sostanziale rappresentanza dell’Africa in un Consiglio riformato. Tiene inoltre conto della netta sottorappresentanza di regioni come l’Asia-Pacifico, l’America Latina e i Caraibi, data l’espansione del numero dei membri delle Nazioni Unite a partire dal 1963. Aumenta inoltre la rappresentanza di altri gruppi regionali e interregionali.
Mentre gli appelli contenuti nel “Patto per il Futuro” per la tanto necessaria riforma del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite vengono accolti con favore, i negoziati del Patto hanno illustrato le sfide e i limiti dei negoziati basati sul testo in assenza di un terreno comune sui cinque “cluster” interconnessi della riforma del Consiglio di Sicurezza. Considerato lo stato dei negoziati in corso all’IGN, il gruppo UfC ritiene che la membership più ampia debba ancora raggiungere le necessarie convergenze sui pilastri principali della riforma per poter avviare negoziati basati su testo, e quindi al momento non dovrebbero essere fissate scadenze fittizie. Attualmente sussiste accordo solo sull’ampliamento della categoria dei seggi non permanenti a rotazione biennale e sulla necessità di rendere più efficaci le modalità di lavoro del Consiglio.
Impegno continuativo e costruttivo in IGN
UfC ha riaffermato il suo impegno risoluto per un impegno continuativo e costruttivo all’interno dell’IGN, per realizzare un modello solido di riforma del Consiglio di Sicurezza che porti benefici a tutti gli Stati membri e non solo ad alcuni. L’UfC è pronto a collaborare strettamente con il Presidente dell’Assemblea Generale, i presidenti dell’IGN, gli Stati membri e i gruppi negoziali, si legge nel comunicato.
Uniting for Consensus, un gruppo pro-riforma e interregionale a favore di una riforma ampia e realistica del Consiglio di Sicurezza, continuerà a lavorare per garantire che il processo rimanga inclusivo, trasparente e che rifletta le aspirazioni condivise per un Consiglio di Sicurezza davvero al servizio della comunità globale. (@OnuItalia)