ROMA, 6 FEBBRAIO – Le agenzie dell’Onu alzano ancora una volta la voce contro le mutilazioni genitali femminili (Mgf) in una Dichiarazione congiunta della Direttrice esecutiva dell’UNFPA Natalia Kanem, della Direttrice generale dell’UNICEF Catherine Russell, dell’Alto Commissario dell’OHCHR Volker Türk, della Direttrice esecutiva di UN Women Sima Bahous e del Direttore generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus nella giornata mondiale che celebra la lotta contro tali pratiche.
“Oggi, nella Giornata internazionale della tolleranza zero contro le mutilazioni genitali femminili, riaffermiamo la nostra vicinanza alle ragazze e alle donne che hanno subito questa grave violazione dei diritti umani – affermano – La voce di ogni sopravvissuta è una chiamata all’azione, e ogni scelta che fanno nel difendere le loro vite contribuisce al movimento globale per porre fine a questa pratica dannosa. Più di 200 milioni di ragazze e donne oggi in vita hanno subito mutilazioni genitali femminili. Quest’anno, quasi 4,4 milioni di ragazze saranno a rischio di subire questa pratica dannosa. Ciò equivale a più di 12.000 casi al giorno”.
L’Italia si e’ unita alla denuncia dell’ONU: “Nella Giornata Internazionale contro le Mutilazioni Genitali Femminili, ribadiamo la tolleranza zero nei confronti di questa pratica lesiva dei diritti umani, che coinvolge milioni di bambine, ragazze e donne, in tutto il mondo”, si legge in una dichiarazione della Cooperazione italiana.
Nella dichiarazione interagenzia, l’Onu ribadisce il suo impegno ”in linea con gli impegni delineati nella Dichiarazione e nella Piattaforma d’azione di Pechino, con quelli concordati durante il 25° anniversario della Conferenza internazionale sulla popolazione e lo sviluppo, con l’uguaglianza generazionale e con altri quadri normativi, tra cui la Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne e la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e le loro raccomandazioni generali, nonché con il target 5.3 degli Obiettivi di sviluppo sostenibile”.
”Nel perseguire un mondo libero da discriminazioni e pratiche che danneggiano le ragazze e le donne, è imperativo rivolgere la nostra attenzione alle voci che contano di più: le voci delle sopravvissute – nota la dichiarazione Onu – Dobbiamo amplificare le voci delle sopravvissute per aumentare la consapevolezza e ispirare l’azione collettiva, e promuovere il loro potere e la loro autonomia garantendo loro un ruolo attivo negli interventi di prevenzione e risposta. Le sopravvissute conoscono in prima persona le sfide che devono affrontare e gli strumenti necessari per eliminare questa pratica. È fondamentale investire nei movimenti guidati dalle sopravvissute, soprattutto a livello di base, dedicando loro risorse che ne promuovano gli sforzi”.
L’UNFPA e l’UNICEF, in qualità di agenzie leader del Programma congiunto globale per l’eliminazione delle mutilazioni genitali femminili, l’OHCHR, UN Women, l’OMS e altre entità delle Nazioni Unite, collaborano con le sopravvissute in qualità di promotrici e leader della comunità e nel garantire che le loro voci e prospettive siano alla base dei programmi di prevenzione e risposta alle mutilazioni genitali femminili.
Le agenzie Onu ricordano infine i progressi compiuti: la pratica delle mutilazioni genitali femminili è diminuita negli ultimi 30 anni e nei 31 Paesi con dati di diffusione rappresentativi a livello nazionale, quasi 1 ragazza su 3 di età compresa tra i 15 e i 19 anni è stata sottoposta a questa pratica, rispetto a 1 su 2 negli anni Novanta. L’anno scorso, il Programma congiunto ha sostenuto più di 11.000 organizzazioni, l’83% delle quali erano organizzazioni locali che collaboravano con coalizioni e movimenti guidati da sopravvissute, che si battevano per cambiare le politiche e le leggi e che sostenevano il cambiamento delle norme sociali e di genere”.