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martedì, Dicembre 24, 2024

Naufragio Grecia: agenzie Onu (UNHCR e OIM) i governi, basta morti, creare corridoi sicuri

ROMA, 15 GIUGNO – In seguito al tragico naufragio di ieri in acque greche L’UNHCR e l’OIM si sono dette ”profondamente scosse e rattristate per la perdita di vite umane avvenuta nei pressi di Pylos, nel sud della Grecia, dopo che la mattina del 14 giugno 2023 è affondata una barca che secondo le prime informazioni trasportava centinaia di persone”. Secondo alcune informazioni le autorità greche hanno lanciato una vasta operazione di soccorso, portando in salvo 104 persone. Finora sono stati recuperati 79 corpi, ma è probabile che il numero sia destinato ad aumentare, alcune fonti parlano di un centinaio di bambini intrappolati nella stiva del peschereccio. Le prime informazioni indicano che la barca era partita dalla Libia ed era in difficoltà da ieri mattina.

Ma, in un comunicato, Alarm phone smentisce questa ricostruzione sostenendo che la Guardia costiera ellenica era “stata allertata alle 16.53” così come “le autorità greche e le altre europee”. Quindi “erano ben consapevoli di questa imbarcazione sovraffollata e inadeguata” ma – denuncia il centro che si occupa di ricevere le telefonate di soccorso – “non è stata avviata un’operazione di salvataggio”, mentre “la Guardia Costiera ellenica ha iniziato a giustificare il mancato soccorso sostenendo che le persone in difficoltà non volevano essere soccorse in Grecia”. Sarebbero state così perse – è la lettura di Alarm phone – ore cruciali, fino al naufragio, con le operazioni di soccorso ed il recupero di 104 persone portate in salvo a Kalamata dallo yacht Mayan Queen IV, con bandiera delle Cayman.

”Ogni vita persa è una tragedia – ha detto Maria Clara Martin, rappresentante dell’UNHCR in Grecia – Siamo profondamente costernati dalla terribile perdita di così tante vite. I nostri pensieri vanno ai superstiti e ai familiari delle vittime. Queste morti possono essere evitate attraverso la creazione di più corridoi sicuri per le persone costrette a fuggire dai conflitti e dalle persecuzioni. Nessuno dovrebbe essere obbligato a intraprendere viaggi così pericolosi quando fugge per salvarsi la vita”.

”Stiamo assistendo a una delle più grandi tragedie del Mediterraneo e i numeri comunicati dalle autorità sono spaventosi. Questa situazione rafforza l’urgenza di un’azione ampia ed esaustiva da parte degli Stati per salvare le vite in mare e ridurre i viaggi pericolosi, aumentando i corridoi sicuri e regolari per le migrazioni” le ha fatto eco Gianluca Rocco, capo missione dell’OIM Grecia.

EPA/ Autore: BOUGIOTIS EVANGELOS |  Copyright: ANSA

Un team dell’UNHCR è arrivato nella città di Kalamata, dove sono stati portati i superstiti, per valutare le necessità e dare sostegno ai sopravvissuti e relazionarsi con le autorità. L’UNHCR ha già fornito beni non alimentari alla Guardia costiera ellenica per assistere i superstiti del naufragio. Su richiesta degli ospedali locali, l’OIM fornirà servizi di interpretariato per i sopravvissuti trasferiti in quella città, accompagnati da un membro del personale dell’agenzia dell’Onu. UNHCR e IOM sono pronte a fornire ulteriore sostegno man mano che i contorni di questa tragedia si fanno più chiari.

Il Missing Migrants Project dell’OIM ha documentato almeno 29.924 morti nel Mediterraneo dal 2014. Nello stesso periodo 2.292 persone hanno perso la vita sulla rotta del Mediterraneo orientale, nel tentativo di raggiungere l’Europa. Le agenzie delle Nazioni Unite per profughi e rifugiati fanno appello ai governi perché cooperino al potenziamento dei corridoi sicuri e garantiscano un’azione coordinata di ricerca e soccorso in mare, continuando a lavorare insieme per trovare soluzioni globali ed evitare la perdita invano di altre vite.

OnuItalia
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Il giornale Italiano delle Nazioni Unite. Ha due redazioni, una a New York, l’altra a Roma.

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