ROMA, 28 MARZO – Commentando la riunione svoltasi ieri alla Farnesina del gruppo ‘Uniting for Consensus’ (UFC), la sottosegretaria agli Esteri Maria Tripodi, in un tweet ha scritto che ”l’Italia punta a riformare il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per renderlo adatto alle sfide del mondo di oggi…..Uniamo i nostri sforzi per una riforma che sia veramente vantaggiosa per tutti”. La riunione del gruppo a livello di alti funzionari è stata convocata per discutere delle strategie con cui promuovere una riforma del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. ”Ora più che mai è urgente riformare l’organo più importante dell’Onu, rendendolo adatto alle sfide del mondo di oggi – aveva dichiarato alla vigilia Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri. ”Non è più ammissibile – ha spiegato – che le decisioni che riguardano la pace e la sicurezza internazionale siano prese da pochi”.
La proposta di riforma, che nasce dal cosiddetto Coffee Club ideato dall’ambasciatore Francesco Paolo Fulci, rappresentante permanente d’Italia alle Nazioni Unite negli anni Novanta, punta anche a limitare l’uso del diritto di veto, appannaggio esclusivo dei cinque membri permanenti (Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Russia e Cina), e a migliorare la distribuzione geografica dei seggi, al fine di dare adeguato spazio al Continente africano e ai piccoli Paesi insulari e in via di sviluppo.
”La proposta italiana ha un pregio particolare – ha spiegato a Formiche.net l’ambasciatore Sergio Vento, che nel 1999 ha preso il posto di Fulci a New York. ”Prendendo atto della difficoltà di creare nuovi seggi permanenti, propone di aumentare il numero dei componenti del Consiglio di Sicurezza. Inoltre, con una dose di sano realismo, riconosce le gerarchie tra i Paesi non permanenti, contemplando la possibilità di una rielezione immediata per il biennio successivo”.