GINEVRA, 28 FEBBRAIO – “I diritti umani e le liberta’ fondamentali sono sotto pressione nel mondo”. Lo ha detto il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale On. Antonio Tajani intervenendo oggi in videocollegamento nell’ambito del Segmento di Alto Livello della 52ma sessione del Consiglio Diritti Umani, principale organo delle Nazioni Unite per la promozione e la protezione dei diritti umani a livello globale.
“L’aggressione illegale della Russia contro l’Ucraina – ha osservato il titolare della Farnesina – sta causando conseguenze catastrofiche a livello globale. Civili innocenti sono presi di mira da attacchi indiscriminati. Non ci deve essere impunità per i crimini atroci. L’Italia è al fianco del popolo ucraino ed è impegnata per l’indipendenza, la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina”.
Tajani ha aggiunto che la tutela e la promozione dei diritti umani sono una priorità per il governo italiano e per lui personalmente. Il ministro ha menzionato la situazione in Iran, dove “le donne
subiscono una brutale repressione” e ha ribadito che l’Italia “e’ al
fianco delle donne e delle ragazze afghane” e condanna “la discriminazione, la violenza e la persecuzione contro le minoranze religiose ed etniche, in particolare le minoranze cristiane in Africa e Medio Oriente”. Passando in rassegna altre aree di crisi, il ministro ha menzionato la situazione dei diritti umani in Tibet, nelle regioni autonome dello Xinjiang, nel Myanmar e in Etiopia ed espresso preoccupazione per la situazione nell’est della Repubblica Democratica del Congo: “Con il supporto delle autorità congolesi, lavoriamo per consegnare alla giustizia i responsabili della morte dell’ambasciatore italiano Luca Attanasio, dell’ufficiale dei carabinieri Vittorio Iacovacci e Mustapha Milambo”.
Affrontare le sfide globali richiede risposte comuni: e “questo vale per la migrazione. Dobbiamo lavorare insieme per contrastare la tratta di esseri umani e affrontare le cause profonde della migrazione irregolare. Vogliamo aprire la strada a un’azione multilaterale più forte per trovare soluzioni alla migrazione”, ha detto il ministro.
Nel suo intervento Tajani ha anche ribadito l’opposizione dell’Italia alla pena di morte. Su questo tema il Sottosegretario per gli Affari Esteri Giorgio Silli, è intervenuto oggi a un panel biennale di alto livello sulla pena di morte riunito sempre nell’ambito della 52ma sessione del Consiglio Diritti Umani e aperto dall’Alto Commissario ONU per i Diritti Umani Volker Türk.
Silli ha ricordato come “la campagna per l’abolizione universale della pena di morte rappresenti una assoluta priorità della politica estera italiana”, esprimendo apprezzamento nei confronti dei Paesi che hanno recentemente messo al bando le esecuzioni capitali, a conferma di una tendenza globale verso l’abolizione. Egli ha inoltre espresso soddisfazione per il crescente sostegno alla risoluzione dell’Assemblea Generale per una moratoria universale.
Il Sottosegretario ha poi sottolineato che, sebbene la pena di morte non sia ancora vietata dal diritto internazionale, il Patto internazionale sui diritti civili e politici stabilisce che la pena capitale può essere comminata solo per i crimini più gravi. Nonostante ciò, ha proseguito, “la pena di morte viene spesso strumentalizzata come mezzo di intimidazione e repressione e applicata a reati che non raggiungono la soglia di gravità prevista dal diritto internazionale”. Silli ha citato il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres secondo cui “si continua ad assistere a un uso discriminatorio delle esecuzioni capitali nei confronti di coloro che sono più vulnerabili, tra cui le minoranze, che spesso vedono violato il loro diritto a un giusto processo”.(@OnuItalia)