NEW YORK, 22 FEBBRAIO – “Il destino dei bambini in Ucraina e’ legato a quello dei nostri figli”: Giampaolo Silvestri, segretario generale di AVSI, e’ intervenuto oggi, come unico relatore italiano, a un evento all’Onu a New York, promosso dalla Rappresentanza Permanente dell’Ucraina presso le Nazioni unite insieme a quelle di altri 36 paesi, tra cui l’Italia, in occasione dell’anniversario dell’invasione russa. Ha partecipato all’evento in videocollegamento la First Lady di Kiev Olena Zelenska: “Le violazioni dei diritti umani – ha detto – non riguardano solo l’Ucraina. Dobbiamo ricordarci che i diritti umani non hanno confini: o tutti li abbiamo, o non li ha nessuno”. E in presenza il ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba che ha chiesto l’istituzione di un tribunale speciale per processare il crimine di aggressione: “L’Aggressione e’ la madre di tutti i crimiuni di guerra”.
“Da quando operiamo in Ucraina sono morti 429 bambini e 808 sono stati feriti, e più di 2900 centri educativi sono stati bombardati, 580 dei quali sono stati distrutti”.
“I bambini ucraini. Pensiamo a loro per primi in questo anniversario. Stanno pagando un prezzo inaccettabile e non possono essere dimenticati, neppure per un istante. A loro vanno dedicate le risorse principali, perché sono il presente e il futuro dell’Ucraina e di tutti noi. Non possiamo più pensarci separati dai più vulnerabili del mondo, i nostri destini sono uniti. E questo implica investire subito tutte le risorse possibili in interventi che permettano ai bambini di credere che un domani buono per loro è una realtà possibile”, afferma Silvestri in un articolo di opinione anticipato sul Corriere della Sera e sul sito dell’organizzazione in vista della riunione al Palazzo di Vetro sulle “gravi violazioni dei diritti umani seguite all’aggressione dell’Ucraina”.
Silvestri ricorda che in Ucraina, come già in Ruanda dopo il genocidio, in Uganda con i bambini soldato, in Congo, in Kenya, in Costa D’Avorio, in Sud Sudan, nel Balcani e nel Medio Oriente, AVSI ha visto e sperimentato che è possibile stare dalla parte dei bambini e difenderne i diritti a due condizioni: in primo luogo prendendo in considerazione i loro bisogni in modo integrale, perché non si possono frammentare il bisogno di cure mediche e psicologiche, attenzioni e gioco, cibo, riparo e soprattutto educazione; in secondo luogo pensandoli inseriti nella loro comunità, nelle loro reti di famiglia, amicizia, affetti: si può creare un ambiente sicuro per loro solo se si attivano tutte le componenti della loro comunità.
“Creiamo spazi dove si possano incontrare tra loro per giocare senza ansia, paura, anche solo per un po’, e dove possano trovare educatori capaci di sostenerli a livello psicosociale, di elaborare con loro la paura che li accompagna. Formiamo insegnanti ed educatori, garantiamo loro strumenti, kit e risorse per entrare in dialogo con i più piccoli. Gli insegnanti ed educatori sono sulla linea del fronte anche loro, vanno accompagnati per essere capaci di tenere testa alla sfida dell’educazione in emergenza che sempre comporta stress infinito.
Sosteniamo i genitori e le famiglie con progetti specifici: sono loro i primi educatori e caregiver, ma sono feriti e bisognosi anche loro. Se sostenuti possono tornare ad essere una risorsa per i più piccoli, una sicurezza da cui ripartire. Collaboriamo con le autorità e le organizzazioni locali, in modo che si costruisca un ambiente amico dei bambini, solidale e consapevole. Attiviamo comunità in cui sperimentare che l’altro può essere un bene, non sempre e solo un nemico. Promuoviamo azioni di advocacy in tutto il mondo: deve diventare di tutti la consapevolezza che il destino dei bambini ucraini è strettamente legato a quello dei nostri figli e al nostro. Che non possiamo pensarci al sicuro noi, se altri non lo sono. La pace è di tutti o di nessuno”.
Operativa in Ucraina dal 2014, grazie alla collaborazione con Emmaus, un’organizzazione locale, allo scoppio della guerra AVSI si è subito attivata in Ucraina e nei Paesi di arrivo dei rifugiati, (in Polonia, Romania, Moldavia, in Italia)
Un team AVSI è entrato in Ucraina il 10 marzo 2022, grazie all’appoggio del partner Caritas Spes a Lviv: dal primo maggio scorso lo staff di AVSI è presente stabilmente in Ucraina e oggi 4 espatriati e 130 professionisti locali operano in 5 regioni (negli oblast di Lviv, Poltava, Sumy, Kharkiv e Dnipro).
Nei primi giorni di guerra AVSI ha allestito spazi a misura di bambino all’interno dei centri di accoglienza temporanea e a breve – medio termine per gli sfollati. Ha offerto sostegno psicosociale ai bambini, ai loro genitori e a chi si prende cura di loro (parenti, insegnanti…) per affrontare insieme il trauma della guerra. Spazi a misura di bambino sono stati allestiti anche presso alcune scuole. Sono stati individuati circa 100 insegnanti ed educatori per svolgere attività ricreative in 17 spazi nelle città di Kharkiv, Sumy, Vysokyi, Romny e Pisochyn. Tutti questi luoghi sono stati riforniti di materiali didattici e ricreativi (giochi da tavolo, giocattoli e materiali sportivi).
Per far fronte alla chiusura delle scuole, AVSI ha distribuito materiale didattico per la didattica a distanza, ma per molti studenti, soprattutto nelle aree rurali, anche seguire le lezioni online è difficile, per la mancanza di elettricità e di connessione internet. Dove possibile sono stati allestiti dei Digital Learning Center e organizzato attività educative in spazi di apprendimento sicuri. (@OnuItalia)