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A un anno dalla scomparsa, la diplomazia italiana ricorda la leggenda Fulci

ROMA, 25 GENNAIO – A un anno dalla scomparsa la diplomazia italiana (e non solo) ricorda alla Farnesina una delle sue leggende. “A 25 anni di distanza, i suoi metodi di restano attuali e illuminanti. I principi del suo multilateralismo, chiarissimi nella ricerca di alleanze piu’ inclusive possibile”, ha detto la Sottosegretario agli Esteri Maria Tripodi aprendo il convegno organizzato dall’AssDiplar (Associazione Nazionale Diplomatici a r. Costantino Nigra) in onore dell’Ambasciatore Francesco Paolo Fulci, protagonista di tante grandi battaglie all’ONU negli anni Novanta del ‘900. “Anche per noi giovani e’ stato un faro”, ha aggiunto Tripodi, che ha studiato Fulci sui libri di storia dell’universita’. E ha citato le parole dell’allora collega statunitense Madeleine Albright: “Paolo, your diplomacy is legend”.

FulciI contatti con la Albright, dal primo, tempestoso colloqui, quando l’Italia entro’ come membro non permanente in Consiglio di Sicurezza e Fulci si senti’ dettare dall’americana come l’Italia avrebbe dovuto comportarsi nei due anni tra i ‘Quindici’, all’omaggio piu’ avanti nella carriera su una foto conservata nel suo studio, sono stati evocati da Ettore Sequi, Segretario generale della Farnesina, che ha ricordato la risposta dell’Ambasciatore al loro primo incontro: ‘Madame Albright, non sono un sergente dei Marines, sono l’Ambasciatore d’Italia’,  disse il diplomatico italiano, facendo capire senza mezzi termini che non si sarebbe fatto mettere i piedi in testa da nessuno.

Sequi ha evocato il ruolo di mentore rivestito da Fulci per molti giovani della sua squadra a New York negli anni Novanta: “Fu un condottiero di un’altra epoca, un patriota risorgimentale” che “ci ha educato all’onore di servire il Paese”, ha detto uno dei suoi discepoli, i cosiddetti ‘Fulci boys’, annunciando che sara’ intitolato al suo mentore il prossimo corso di formazione della Farnesina per nuovi segretari di legazione.

Con Fulci all’Onu, oltre che a entrare in Consiglio di Sicurezza, l’Italia vinse 27 battaglie elettorali su 28, cosi’ che il suo ‘dream team’, temuto dalle altre delegazioni come praticamente invincibile, si guadagno’ il soprannome di ‘macchina elettorale italiana’. “Un gioco di squadra che mando’ sempre l’Italia in goal”, ha detto Giampiero Gramaglia, ex direttore dell’ANSA, sintetizzando in un immaginario titolo l’opera pluridecennale di un diplomatico che aveva sempre avuto nella stampa un alleato, non un avversario.

Gramaglia ha ricordato gli anni di Bruxelles, quando l’Ambasciatore era al timone della Rappresentanza Permanente dell’Italia alla Nato: “Fu una stagione particolare in cui si incrociavano scuole di diplomazia mentre si ponevano le basi dell’Unione Europea e l’Occidente stava vincendo la Guerra Fredda: i suoi briefing del sabato mattina ti davano il pezzo. Era difficile sbagliare dopo un briefing di Fulci”.

Tornando all’ONU, secondo Tripodi, senza di lui e la sua squadra le Nazioni Unite sarebbero oggi diverse, meno rappresentative e democratiche. “Il metodo Fulci dovrebbe essere ancora applicato, ad esempio in altre competizioni internazionali come quella per Expo Roma 2030” e non e’ un caso, ha osservato Sequi, che il manager della campagna Expo in questi giorni in dirittura d’arrivo sia un fulciano, Sebastiano Cardi, che dopo averne fatto il portavoce in Rappresentanza negli anni Novanta ne ha ereditato il posto fino al 2018 di Rappresentante Permanente.
Ad alimentare leggenda c’era l’ambizione della riforma democratica del Consiglio di Sicurezza e l’attenzione ai paesi piu’ piccoli. Il sesto veto della maggioranza tra i membri non permanenti. Il valore della coesione della squadra. Tra i collaboratori piu’ stretti degli anni di New York c’e’ stato Giulio Terzi di Sant’Agata, presidente della Commissione Affari Europei del Senato, e prima Rappresentante Permanente all’Onu, Ambasciatore a Washington e Ministro degli Esteri del Governo Monti, che ha ricollegato la filosofia politica dell’Ambasciatore al mondo liberale di Messina, dove Fulci era nato nel 1931 in una famiglia di “lottatori per lo stato di diritto”. E’ intervenuto al convegno il Generale Rolando Mosca Moschini, che Fulci scelse per sostenere dal punto di vista della Difesa le sue iniziative sul fronte del peacekeeping a partire dalla Base Logistica di Brindisi che fu creata proprio in quegli anni. Hanno chiuso ed aperto i lavori gli ex ambasciatori Sergio Mochy Onory, rispettivamente presidente e vicepresidente di AssDiplar. (@OnuItalia)
Alessandra Baldini
Alessandra Baldinihttps://onuitalia.com
Alessandra Baldini e’ stata la prima donna giornalista parlamentare per l’Ansa, poi corrispondente a Washington e responsabile degli uffici Ansa di New York e Londra. Dirige OnuItalia.

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