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giovedì, Novembre 7, 2024

Pena di morte: Amnesty contro Teheran, decine di persone rischiano l’esecuzione (dopo torture e processi iniqui)

ROMA, 10 AGOSTO – Amnesty International ha diffuso nuovi dati sull’ecatombe di giovani oppositori in corso in queste settimane in Iran. Esecuzioni, violenze, torture, arresti che hanno indotto tra gli altri l’Unione Europea e persino papa Francesco a levare una voce contro il regime di Teheran. 
Secondo l’organizzazione per i diritti umani e contro la pena di morte, attualmente decine di persone, tra cui tre minorenni, rischiano l’esecuzione in relazione alle proteste in corso. Le autorità iraniane usano la pena di morte come mezzo di repressione politica per instillare la paura tra i manifestanti e mettere fine alle proteste. Coerenti con una politica di occultamento di lunga data sulle violazioni dei diritti umani e cercando di disumanizzare le vittime, le autorità iraniane non hanno rivelato l’identità delle persone condannate a morte, ma Amnesty ha ottenuto informazioni confermando i nomi di 10 persone condannate a morte.
L’8 dicembre, le autorità hanno messo a morte il manifestante Mohsen Shekari, dopo averlo condannato in un processo gravemente iniquo con l’accusa di ‘inimicizia contro Dio’ meno di tre mesi dopo il suo arresto.
Il 12 dicembre hanno impiccato pubblicamente un altro giovane manifestante, Majidreza Rahanvard, a Mashahd, provincia di Khorasan-e Razavi, dopo averlo condannato con la stessa accusa e lo stesso processo di Shekari.
Il 7 gennaio sono state eseguite le due condanne a morte di Mohammad Mehdi Karami e Seyed Mohammad Hosseini. L’8 gennaio, Mohammad Boroughani e Mohammad Ghobadlou sono stati trasferiti nel braccio della morte in attesa di imminente esecuzione.Le persone sono state sottoposte a processi iniqui: sono stati negati i loro diritti a essere difesi da un avvocato di propria scelta, alla presunzione di innocenza, a rimanere in silenzio non rispondendo alle domande e ad avere un processo giusto e pubblico. Secondo fonti ben informate, numerosi imputati sono stati torturati e le loro confessioni, estorte con la tortura, sono state usate come prove nel corso dei processi. Le TV di stato hanno mandato in onda le ‘confessioni’ forzate di almeno nove imputati, prima dei loro processi.
Amnesty International teme che oltre a queste decine di persone, molte altre rischino l’esecuzione, considerate le migliaia di rinvii a giudizio disposti finora. Il timore di imminenti esecuzioni è accresciuto dalle richieste da parte del parlamento e di altre istituzioni di avere processi rapidi ed esecuzioni pubbliche.

OnuItalia
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Il giornale Italiano delle Nazioni Unite. Ha due redazioni, una a New York, l’altra a Roma.

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