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venerdì, Luglio 26, 2024

Pena di morte: cresce sostegno per moratoria, 127 si alla risoluzione

NEW YORK, 11 NOVEMBRE – Cresce all’Onu il sostegno internazionale per la moratoria delle esecuzioni. La risoluzione presentata ogni due anni da una coalizione di stati membri tra cui l’Italia ha ottenuto il voto favorevole di 127 stati – quattro in piu’ rispetto al 2020 – al termine della ‘prima lettura’ in Terza Commissione. “Una giornata storica e un nuovo record di stati concordi che la morte non e’ giustizia”, ha commentato il Rappresentante Permanente italiano all’Onu, Maurizio Massari.

37 Stati hanno votato contro sul testo presentato quest’anno da Australia e Costarica. Se si sommano i voti a favore e gli astenuti si arriva a quota 150, oltre i 146 del 2020, che gia’ era stato un primato.

In vista della votazione, la Farnesina aveva continuato a lavorare, in stretta sinergia con le organizzazioni della società civile,  per consolidare – e auspicabilmente superare – il risultato di 123 ‘si’ ottenuto nel 2020. In tale contesto, l’Italia aveva organizzato un evento di alto livello, a margine della settimana ministeriale dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con la finalità di condividere e approfondire buone prassi sperimentate nelle diverse aree del mondo sul cammino della moratoria ed in vista dell’abolizione della pena capitale.

pena di morte moratoriaLa risoluzione e’ la nona dal 2007, quando fu l’Italia a fare da apripista. “Da allora sono indiscutibili i progressi compiuti. Oggi ben 144 paesi hanno abolito la pena di morte o non la praticano piu’”, aveva detto Massari alla vigilia della settimana ad alto livello dell’Assemblea, notando pero’ che il quadro e’ “a luci e ombre”: nel 2021 ci sono state ben 579 esecuzioni capitali nel mondo e il numero reale e ‘ probabilmente ben piu’ elevato. (@OnuItalia)

Arturo Zampaglione
Arturo Zampaglionehttps://onuitalia.com
Arturo Zampaglione è stato per quasi venti anni corrispondente da New York del quotidiano La Repubblica, per il quale continua a collaborare. Ha studiato a Roma e a Boston, dove ha preso un Master in affari internazionale alla Fletcher School of Law and Diplomacy. Nel 2003-2004 ha insegnato giornalismo internazionale alla New York University. Ha curato la pubblicazione del libro-intervista “La mutazione antiegualitaria” (Editori Laterza).

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