ROMA, 8 NOVEMBRE – Oltre la “Grande Bellezza’ di Paolo Sorrentino, il film su una Roma bellissima e decadente: Vice-presidente del Comitato promotore di EXPO 2030, oltre che imprenditrice e Ceo di un marchio di moda famoso in tutto il mondo, Lavinia Biagiotti pensa a una candidatura della capitale all’insegna della “Verde Bellezza”.
“Il mio impegno è portare valore sul territorio nel segno della Green beauty che sostituisce la Great beauty, la grande bellezza del premio Oscar Sorrentino”, ha detto la figlia di Laura Biagiotti in una intervista al quotidiano “La Repubblica”. “Si sta risvegliando un senso di appartenenza non solo a un luogo ma a una civiltà che ha inventato il futuro nell’antichità”, spiega: “Dopo duemila anni Roma può farlo ancora, in un anno in cui il mondo si è dato obiettivi molto importanti su sostenibilità, transizione energetica, inclusione delle donne e dei giovani”.
Biagiotti sottolinea subito che “Expo è una parola al femminile. Da donna mi interessa ciò che genera futuro e ho chiesto subito quale eredità avrebbe lasciato il progetto alla città e ai giovani”. A suo parere e’ “incredibile” che a Roma non si sia mai tenuta un’esposizione universale, ma ora quella stessa civiltà che duemila anni fa “ha saputo inventare il futuro nell’antichità è pronta a farlo di nuovo”.
L’imprenditrice collega il suo ultimo coinvolgimento ad altre iniziative che l’hanno vista in prima fila. Ricorda la sfilata al Campidoglio e il processo di candidatura per portare la Ryder Cup a Roma, al Marco Simone golf club che le ha permesso di misurarsi con l’impegno nel far vedere le bellezze di Roma, valorizzando tutto lo straordinario che c’è. Ora il Progetto EXPO: “Il mio impegno è portare valore sul territorio nel segno della Green beauty che sostituisce la Great beauty, la grande bellezza del premio Oscar Paolo Sorrentino”. (@OnuItalia)