PARIGI, 4 NOVEMBRE – Addio alle nevi del Kilimanjaro. Addio alla Marmolada, alla Fradusta e agli altri ghiacciai delle Dolomiti. Un terzo dei ghiacciai presenti nei 50 siti del Patrimonio Mondiale è destinato irrimediabilmente a scomparire entro il 2050: e’ quanto ha scoperto, alla vigilia della COP 27 di Sharm el-Sheikh, uno studio dell’UNESCO condotto in collaborazione con l’International Union for Conservation of Nature (IUCN).
Isiti del Patrimonio Mondiale ospitano circa il 10% dell’area ghiacciata di tutta la Terra, compresi il ghiacciaio più alto (il Monte Everest), il più lungo (in Alaska) e gli ultimi ghiacciai in Africa. Lo studio ha evidenziato come dal 2000 il ritiro di questi ghiacciai abbia iniziato ad accelerare a causa delle emissioni di CO2. Attualmente i ghiacciai stanno perdendo 58 miliardi di tonnellate di ghiaccio all’anno, che equivalgono all’uso annuale di acqua di Francia e Spagna insieme, e sono responsabili di circa il 5% dell’aumento globale di livello del mare.
E’ ancora possibile salvare i rimanenti due terzi contenendo l’aumento delle temperature entro 1,5°C in rapporto al periodo preindustriale, sostengono gli autori della ricerca. “Questo rapporto è una chiamata all’azione. Solo una rapida riduzione dei nostri livelli di emissioni di CO2 può salvare i ghiacciai e l’eccezionale biodiversità che dipende da essi. COP27 rivestirà un ruolo cruciale per aiutare a trovare una soluzione e l’UNESCO è determinata a sostenere gli Stati nel raggiungimento di questo obiettivo,” ha commentato la DG dell’UNESCO Audrey Azoulay.
L’UNESCO esorta anche a creare un fondo internazionale per il monitoraggio e la protezione dei ghiacciai che possa sostenere la ricerca, promuovere reti di scambio tra i veri portatori di interessi e realizzare misure di allerta precoce e riduzione dei rischi di disastro.
Metà dell’umanità dipende direttamente o indirettamente dai ghiacciai in quanto fonte di acqua per usi domestici, per l’agricoltura e per l’energia. I ghiacciai sono anche i pilastri della biodiversità, in quanto dì fonte di sostentamento per molti ecosistemi.
Anche il DG dell’IUCN Bruno Oberle ha lanciato un allarme: “Quando i ghiacciai si sciolgono rapidamente milioni di persone devono affrontare una scarsità di acqua e l’aumento di rischio di disastri naturali, come le inondazioni, e altri milioni potrebbero essere disclocati a causa del conseguente aumento del livello del mare. Questo studio evidenzia l’urgente necessità di tagliare le emissioni di gas serra e di investire in soluzioni basate sulla natura, che possono aiutare a mitigare il cambiamento climatico e consentire alla gente di adattarsi meglio ai suoi effetti”. (@OnuItalia)