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Lara Grosso (JPO al WHO): come il lavoro sul campo prepara per le Nazioni Unite

GINEVRA, 17 AGOSTO – Lara Grosso è Project Management Officer presso il quartier generale della World Health Organisation di Ginevra, dove si occupa di Process Efficiency e Quality Assurance of Norms & Standards. In possesso di un background formativo in economia e relazioni internazionali, le sue esperienze professionali l’hanno portata a specializzarsi nel settore della salute pubblica. Nell’intervista a OnuItalia ci racconta del percorso che l’ha portata ad essere selezionata tra i Junior Professional Officers dell’edizione 2020/21 e del lavoro che svolge quotidianamente a Ginevra.

Quali sono le esperienze che ti hanno portato all’ONU?

Dopo gli studi in Economia alla Bocconi, mi sono trasferita in Cina un anno per studiare il cinese mentre lavoravo per una società di consulenza. Dopo il primo anno in Cina, ho cominciato un double degree in Relazioni internazionali che ho svolto tra Pechino e Londra, alla London School of Economics. Appena laureata ho cominciato a lavorare in una grande società di consulenza, la Boston Consulting Group, prima di rendermi conto dopo qualche mese che mi sarei voluta dedicare ad un lavoro con più impatto sociale. Quindi mi sono trasferita in Cambogia, dove ho lavorato per due anni in una società che curava progetti a livello umanitario tra i più disparati, come energia rinnovabile, microfinance e prevenire il traffico di esseri umani. Poi un progetto in Bangladesh nel campo rifugiati dove si trova la più grande comunità Rohingya con IOM, e uno con World Bank per energia rinnovabile e gestione dei rifiuti.

Mi sono specializzata in particolare nell’ambito della salute pubblica dopo l’esperienza in Bangladesh in cui mi sono resa conto della mancanza di accesso ai piu basici bisogni di salute, quindi mi sono trasferita in Rwanda per circa due anni occupandomi di Epatite C. Dopo i primi progetti, sono diventata Manager dell’Africa meridionale con focus particolare sul HIV. Nel frattempo ho cominciato anche a fare un Master in salute pubblica alla London School of Hygiene and Tropical Medicine, non avendo alcun tipo di qualifica a livello formativo nell’ambito sanitario, che dovrei terminare a breve. È durante quest’ultima esperienza che ho fatto domanda per il JPO, dove sono stata selezionata dall’OMS.

Raccontaci il tuo lavoro quotidiano all’OMS

Inizialmente ero stata selezionata per occuparmi dell’ACT Accelerator, un programma sviluppato sotto l’egida dell’OMS in collaborazione con altre organizzazioni che si occupa di distribuire i vaccini ai paesi ed aiutarli a fronteggiare la pandemia. Il mio lavoro consiste nel controllo della qualità dei processi interni all’organizzazione, delle normative e della loro ottimizzazione per far sì che le linee guida per il contrasto della pandemia venissero emesse con urgenza. Adesso mi occupo anche di altri progetti. Tra gli altri, il mio team ha partecipato alla Lead Innovation Challenge, un progetto di innovazione interno all’organizzazione, un’idea che è stata poi selezionata tra le varie proposte che punta ad rendere più efficiente il processo di selezione degli esperti tecnici dell’organizzazione.

Dal punto di vista quotidiano, il mio lavoro consiste nel vero e proprio project management interno all’organizzazione. Il mio obiettivo ultimo è quello di rendere più efficienti i processi interni. Non mi interfaccio direttamente con gli Stati perché ciò avviene a livello molto alto nell’OMS, ma indirettamente tutti i processi di cui mi occupo poi vengono condivisi tramite report o normative agli Stati.

 

 

 

 

 

 

 

 

Quali sono gli obiettivi principali della tua agenzia?

Nella recente World Health Assembly, l’Assemblea degli Stati parte, non si è parlato solo di Covid, le priorità sono quelle visibili da tutti perché vengono prese ad alto livello. La risposta al Covid rimane una delle priorità più importanti, ma intorno a me sento i vari team parlare di altre emergenze, come ad esempio il vaiolo delle scimmie (monkeypox). Come dicevo in precedenza, essendo il mio un lavoro di project management non mi occupo principalmente di una tematica ma il mio lavoro è strumentale a migliorare tutti i processi e le normative interne all’organizzazione.

Consigli ai giovani interessati a una carriera come la tua?

Sicuramente il lavoro sul campo. Io ho sempre preferito fare esperienze in ONG più piccole per imparare sul campo, perchè quando si arriva alle Nazioni Unite, magari nei quartieri generali di Ginevra o New York, non ci si rende conto delle sfide quotidiane quindi è importante avere esperienza operativa pregressa. (@giorgiodelgallo)

 

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