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martedì, Novembre 5, 2024

Afghanistan: rapporto Onu conferma erosione diritti umani, donne più penalizzate

KABUL, 22 LUGLIO – Un nuovo rapporto della Missione delle Nazioni Unite in Afghanistan (UNAMA) fa il punto della situazione e conferma l’erosione dei diritti umani fondamentali in tutto il paese dalla presa del potere da parte dei talebani nell’agosto dello scorso anno, sottolineando che hanno la responsabilità di esecuzioni extragiudiziali, torture, arresti e detenzioni arbitrarie e violazioni delle libertà fondamentali.
I risultati dell’UNAMA confermano molte delle preoccupazioni espresse sulla situazione dei diritti umani sotto i talebani 11 mesi fa, dopo che le forze straniere si sono ritirate e il governo eletto è crollato. Le autorità de facto hanno limitato il dissenso reprimendo le proteste e limitando le libertà dei media; il rapporto condanna inoltre gli arresti arbitrari di giornalisti, manifestanti e attivisti della società civile.
“I diritti alla libertà di riunione pacifica, alla libertà di espressione e alla libertà di opinione, non sono solo libertà fondamentali, sono necessari per lo sviluppo e il progresso di una nazione – ha dichiarato Fiona Frazer, capo dei diritti umani dell’UNAMA – Permettono a un dibattito significativo di prosperare, beneficiando anche coloro che governano, consentendo di comprendere meglio i problemi che affliggono la popolazione”.

LE DONNE

Undici mesi dopo la brusca transizione dell’Afghanistan al dominio talebano, l’erosione dei diritti delle donne è uno degli aspetti più notevoli dell’amministrazione de facto fino ad oggi. Le donne e le ragazze hanno visto limitati i loro diritti di accedere all‘istruzione, al posto di lavoro e alla partecipazione alla vita pubblica. Non permettere alle ragazze di andare alla scuola secondaria significa che una generazione di ragazze non completerà i 12 anni di istruzione di base, sottolinea UNAMA.
“L’istruzione non è solo un diritto umano fondamentale, ma la chiave per lo sviluppo di una nazione”, ha fatto presente Markus Potzel, rappresentante speciale delle Nazioni Unite per l’Afghanistan.
“È tempo per tutti gli afghani di poter vivere in pace e ricostruire le loro vite dopo 20 anni di conflitto armato”, ha aggiunto. “Il nostro monitoraggio rivela che, nonostante il miglioramento della situazione della sicurezza dal 15 agosto, il popolo afghano, in particolare donne e ragazze, è privato del pieno godimento dei propri diritti umani“.
Mentre il rapporto riconosce le misure adottate dalle autorità talebane per ridurre la violenza, l’UNAMA ha comunque registrato 2.106 vittime civili, con 700 morti e 1.406 feriti. Tali cause sono principalmente attribuite ad attacchi mirati da parte del gruppo terroristico che si identifica come lo Stato islamico in Iraq e nel Levante – provincia del Khorasan, contro comunità di minoranze etniche e religiose.
L’UNAMA è preoccupata per l’impunità con cui le autorità sembrano aver commesso violazioni dei diritti umani.
Secondo il rapporto, le persone più colpite sono state quelle legate al precedente governo e alle sue forze di sicurezza, con 160 esecuzioni extragiudiziali confermate, oltre a 178 arresti e detenzioni arbitrarie e 56 casi di tortura.
La situazione dei diritti umani è stata esacerbata da una crisi economica, finanziaria e umanitaria a livello nazionale di dimensioni senza precedenti. Almeno il 59% della popolazione ha ora bisogno di assistenza umanitaria, con un aumento di sei milioni di persone rispetto all’inizio del 2021.

OnuItalia
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Il giornale Italiano delle Nazioni Unite. Ha due redazioni, una a New York, l’altra a Roma.

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