PADOVA, 1 LUGLIO – E’ stato presentato oggi a Padova il bilancio sociale 2021 di Medici con l’Africa Cuamm. Dietro i numeri, come sempre ci sono le persone, con le loro storie e motivazioni, professionisti sanitari e non, che scelgono l’Africa e di partire con il Cuamm e che fanno la differenza.
«Il 2021 è stato un anno molto incerto, segnato dalla pandemia e dall’avvio della campagna vaccinale, da un lato, ma anche da grande instabilità. Penso a zone come Cabo Delgado, in Mozambico, dove su 1 milione di abitanti, si contano oltre 700.000 sfollati, o come il Sud Sudan o la Repubblica Centrafricana dove il conflitto interno è costante”, ha detto il dott. Fabio Manenti, responsabile dei Progetti dell’ong. Eppure il 2021 ha portato anche risultati importanti. Si è concluso il grande programma “Prima le mamme e i bambini. 1.000 di questi giorni” che ha visto la Ong padovana impegnata negli ultimi 5 anni in tutti gli 8 paesi in cui opera. I parti assistiti sono stati 173.205, portando quindi il dato di 5 anni ben oltre al target fissato. Molto è stato fatto anche nella lotta alla malnutrizione, alle malattie infettive e a quelle croniche. Il 2021 è stato anche l’anno della apertura di due nuove Neonatologie, quella di Beira in Mozambico e quella di Wolisso in Etiopia. Infine, abbiamo lanciato il nuovo programma “Persone e competenze”, con la grande sfida della formazione delle risorse umane, che possono davvero fare la differenza nel futuro di questo continente.
Dietro i dati e i progetti, ci sono le persone. Bettina Simoncini, responsabile delle Risorse umane ha sottolineato: «Le risorse umane che il Cuamm ha gestito nel 2021 sono oltre 4.500, per lo più profili sanitari (medici, infermieri e ostetriche…), ma anche amministrativi e logisti. Ci sono espatriati, europei e occidentali, ma anche molti africani. Personale qualificato che lascia il proprio paese per andare a lavorare con il Cuamm in un altro paese africano. Un medico ugandese, per esempio, che si sposta a lavorare in Sud Sudan. Negli anni, infatti, stiamo registrando un dato positivo e incoraggiante: un notevole aumento di staff qualificato nazionale africano impegnato nei nostri progetti. Un segnale dello stile del Cuamm che non si sostituisce al personale locale qualificato, ma lo affianca, lì dove c’è».
“Abbiamo grande fiducia nel futuro e nell’Africa, perché siamo in tanti a donare tempo, energia, professionalità, ma soprattutto cuore, a questo continente che ci è così caro e che così tanto merita. La sfida per l’anno che abbiamo davanti e quelli a venire è di fare ancora di più e meglio”, ha detto in chiusura don Dante Carraro, direttore del Cuamm: “Tre anni di pandemia e ora la guerra in Ucraina i cui effetti si toccano con mano nella vita quotidiana, nell’aumento dei prezzi dei beni primari, soprattutto in Africa, ci motivano a continuare il nostro impegno, con tenacia”. (@OnuItalia)