NEW YORK, 26 GIUGNO – L’inviato della Farnesina per i diritti umani delle persone LGBTQI+ nel mondo, Fabrizio Petri, ha marciato oggi al Gay Pride di New York con altri inviati speciali, Jessica Stern degli Stati Uniti e Alba Rueda dell’Argentina. “Insieme per costruire un futuro migliore per le persone LGBTIQ+ in tutto il mondo”, ha twittato Petri in giorni che vedono negli Stati Uniti i diritti del gay minacciati indirettamente dalla sentenza della Corte Suprema sull’aborto.
“I diritti dei gay sono diritti umani”, ha twittato la Rappresentanza Permanente Italiana all’Onu in vista della piu’ vasta celebrazione del Pride che per la prima volta torna in presenza dopo oltre due anni di Covid: “L’Italia prende posizione contro il pregiudizio, la discriminazione, lo stigma, l’ostilita’ e la violenza”. Petri ieri ha partecipato, su invito del padre gesuita James Martin, a una conferenza di sensibilizzazione di religiosi cattolici verso la comunità LGBTQTI+. Oggi ha partecipato alla marcia assieme a membri di OutRight Action International e del LGBTI Core Group dell’ONU, un gruppo interregionale di Stati membri delle Nazioni Unite istituito nel 2008 per educare l’opinione pubblica alle questioni di genere, contribuire ai negoziati multilaterali e cercare un terreno comune in cui poter dialogare. Anche la Missione Italiana, che fa parte dell’LGBTI Core Group dell’ONU, ha marciato con orgoglio al Gay Pride.
E’ stato un evento diverso da quello degli ultimi anni che erano stati soprattutto all’insegna della celebrazione. Oggi a New York, Chicago, San Francisco, Denver e Detroit militanti pro-choice e movimento gay hanno sfilato assieme. La comunità LGBQTI+ e’ in allerta dopo la sentenza della Corte Suprema perche’ teme per i diritti conquistati sulla base dello stesso diritto alla privacy che era stato invocato per “Roe contro Wade” rischino di fare la stessa fine. Ci ha pensato l’ultraconservatore Clarence Thomas, mettendo nero su bianco la sua posizione il giorno della sentenza, a alimentare le apprensioni argomentando, in un parere affiancato all’opinione della maggioranza, che dovrebbero essere riconsiderate “passate decisioni in materia di accesso alla contraccezione, relazioni intime tra persone dello stesso sesso e nozze gay”. (@OnuItalia)