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mercoledì, Dicembre 4, 2024

Civili in conflitti armati: Massari, corridoi Mariupol modello percorribile in casi estremi

NEW YORK, 25 MAGGIO – Se e quando il Consiglio di Sicurezza non riesce a concordare un cessate il fuoco, l’ONU dovrebbe essere in grado di intervenire tempestivamente almeno per consentire corridoi umanitari e accessi umanitari, sul modello del meccanismo di evacuazione a Mariupol, realizzato grazie al coordinamento ONU-Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR). E’ stato questo uno degli spunti di riflessione portati dal Rappresentante Permanente all’ONU, Maurizio Massari, in una riunione del Consiglio di Sicurezza convocata dalla presidenza di turno statunitense sulla Protezione dei Civili nei Conflitti Armati.
“L’Italia si appella alla comunità internazionale per garantire la responsabilità (accountability) dei colpevoli di gravi violazioni del Diritto Umanitario contro i civili e sostiene il lavoro delle autorità investigative indipendenti impegnate a evitare l’impunita’”, ha detto l’Ambasciatore notando il mancato rispetto della Risoluzione ONU 2573 (approvata solo un anno fa e co-sponsorizzata dall’Italia) secondo cui le parti coinvolte in un conflitto armato devono sempre distinguere tra popolazione e obiettivi civili, e combattenti e obiettivi militari. Per l’Italia – ha detto Massari – è cruciale che la protezione dei civili sia una priorità nella pianificazione ed esecuzione delle operazioni militari e che sia parte delle linee guida militari nazionali: “Addestrare i soldati agli obblighi internazionali sugli accessi umanitari e i corridoi umanitari può riflettersi positivamente sul rispetto del Diritto Umanitario Internazionale”.
L’Italia crede inoltre fermamente che la presenza di personale femminile negli eserciti nazionali possa avere un impatto positivo sulla protezione dei civili. Le donne hanno infatti dimostrato di essere efficaci nel creare fiducia, punto nodale dell’accesso umanitario e dei corridoi umanitari. (@OnuItalia)
OnuItalia
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Il giornale Italiano delle Nazioni Unite. Ha due redazioni, una a New York, l’altra a Roma.

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