MOGADISCIO, 10 MAGGIO – Nel loro continuo e collettivo impegno per migliorare la resilienza del sistema sanitario, il Ministero della Salute e dei Servizi Umani del Governo Federale della Somalia, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l’Ambasciata d’Italia hanno unito le forze in un finanziamento pluriennale da 3 milioni di euro per migliorare la fornitura di servizi sanitari essenziali a livello secondario in Somalia, concentrandosi sulla costruzione di un’assistenza ospedaliera forte e resistente presso l’Hudur General Hospital nello stato del Sud Ovest e il Dhusamareb General Hospital nello stato di Galmudug – entrambi i quali non sono attualmente in grado di soddisfare la domanda e i bisogni di assistenza sanitaria delle popolazioni all’interno dei rispettivi bacini di utenza.
Sviluppato sotto la guida del Ministero Federale della Salute, in stretta collaborazione con l’OMS e l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), il progetto mira a raggiungere la copertura sanitaria universale (UHC) attraverso il rafforzamento dell’assistenza ospedaliera per la fornitura integrata di servizi di assistenza secondaria e critica, così come il miglioramento del sistema di gestione ospedaliera per una migliore gestione e una fornitura efficace dei servizi.
“Grazie al sostegno del governo italiano la Somalia potra’ fare passi avanti nella fornitura di cure critiche per i pazienti e nel rafforzamento dei sistemi di riferimento, così come migliorare la credibilità complessiva e la fiducia nelle strutture sanitarie pubbliche”, ha detto Fawziya Abikar Nur, Ministro federale della Salute e dei Servizi Umani.
“Nel 2019, solo il 27% della popolazione somala aveva accesso ai servizi sanitari essenziali”, ha osservato Mamunur Rahman Malik, rappresentante dell’OMS e capo della missione in Somalia. “Con questo progetto avremo l’opportunità di cambiare questa narrazione offrendo servizi cruciali e salvavita a un maggior numero di somali, in particolare quelli vulnerabili e che vivono in località remote”.
Secondo l’Ambasciatore italiano a Mogadiscio, Alberto Vecchi, l’iniziativa promuoverà anche la pace e lo sviluppo tra le comunità servite, contribuendo ad affrontare le cause alla radice della tensione e dell’emarginazione, e aumentando l’equità sanitaria. In un periodo di 2 anni, tra le altre cose, si cercherà di ottimizzare i servizi di assistenza primaria di base; colmare le lacune esistenti nella fornitura di assistenza sanitaria secondaria specializzata (ad esempio, assistenza d’emergenza, critica e chirurgica); offrire servizi di riferimento ad almeno 5 distretti in ogni stato; utilizzare l’energia solare per fornire ossigeno; perfezionare i sistemi di gestione dei rifiuti; garantire l’equilibrio di genere nello sviluppo delle capacità e dell’occupazione; migliorare la gestione degli ospedali e la proprietà da parte delle autorità sanitarie locali; e migliorare la capacità del personale sanitario di rispondere meglio alle emergenze. (@OnuItalia)