ROMA, 25 GENNAIO – Di fronte alla nuova tragedia dell’immigrazione nel Mediterraneo, la Comunita’ di Sant’Egidio ha chiesto di incrementare i corridoi umanitari che hanno già offerto a oltre 4.300 profughi un preciso progetto di integrazione in Europa e di predisporre l’apertura di nuove vie di ingresso regolare per motivi di lavoro, come richiedono ormai da tempo molti imprenditori nel settore agricolo come in quello industriale e dei servizi alla persona.
“L’ennesima tragedia del mare obbliga tutti a non restare indifferenti: non è accettabile morire di freddo a pochi metri dall’Europa”, afferma la Comunita’ esprimendo il suo cordoglio per i sette cittadini del Bangladesh che hanno perso la loro vita per ipotermia – alcuni sul barcone in cui viaggiavano, altri subito dopo lo sbarco a Lampedusa.
“Occorre che il nostro continente esca dal suo torpore e si preoccupi di salvare i tanti che sono ogni giorno in pericolo nel mare Mediterraneo, ma e’ necessario fare di piu’: di qui l’appello per i corridoi umanitari di cui Sant’Egidio si e’ fatto promotore assieme con la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia e alla Tavola Valdese. (@OnuItalia)