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giovedì, Novembre 21, 2024

Bambini e conflitti armati: Italia all’Onu, “proteggerli è imperativo morale”

NEW YORK, 18 GENNAIO – Proteggere i bambini nei conflitti armati è “un imperativo morale per porre fine alle peggiori forme di violazione dei diritti dei bambini durante i conflitti armati”, ha detto oggi l’Italia all’Onu nel corso di un evento organizzato per contrassegnare il 25° anniversario del mandato dell’Onu su bambini e conflitti armati (CAAC). Il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha aperto l’incontro: “Anche se l’azione internazionale negli ultimi 25 anni ha portato al rilascio di più di 170.000 ragazzi e ragazze reclutati per combattere, resta ancora molto da fare”, ha detto.

Guterres ha esortato la comunita’ internazionale a continuare a sostenere l’Ufficio delle Nazioni Unite sui bambini e i conflitti armati, e a mantenere la promessa fatta un quarto di secolo fa. “Dobbiamo rafforzare il nostro sostegno in modo che i bambini rilasciati possano reintegrarsi nelle loro comunità.  Dobbiamo mettere i bisogni e i diritti dei bambini al primo posto nei negoziati di pace.  E dobbiamo onorare il loro coraggio e la loro resilienza dando loro una voce piena e attiva nel futuro dei loro paesi”.

© UNICEF/Vlad Sokhin
A fifteen-year-old girl from the Central African Republic missed two years of school when she was a child soldier.

In concomitanza con l’anniversario, l’Ufficio delle Nazioni Unite per i bambini e i conflitti armati ha pubblicato un rapporto che fa il punto su sfide, lacune, successi e opportunità dalla sua istituzione. Virginia Gamba, la rappresentante speciale del segretario generale, ha detto che lo studio traccia anche un percorso per rafforzare ulteriormente le protezioni e galvanizzare il sostegno a livello internazionale, nazionale e locale. “Il mandato del CAAC ci impone di essere proattivi, e non solo reattivi, per rompere i cicli di violenza che continuano a danneggiare i bambini ogni giorno. Ci obbliga anche a lavorare per prevenire queste violazioni prima che si verifichino”, ha osservato

Poiché il mandato “è sempre stato pensato per essere una collaborazione”, Virginia Gamba ha sottolineato il ruolo essenziale dei governi, delle organizzazioni internazionali e regionali, della società civile e delle comunità sia nel prevenire e affrontare le violazioni che nel rispondere ai bisogni dei sopravvissuti. La collaborazione ha portato risultati, ha aggiunto, indicando esempi di paesi come la Repubblica Centrafricana, le Filippine, la Repubblica Democratica del Congo e la Colombia.

“La protezione dei bambini deve essere prioritaria in ogni agenda internazionale per garantire uno sviluppo pacifico, sicuro e sostenibile. Questo è particolarmente evidente oggi, poiché le condizioni dei bambini vulnerabili sono peggiorate a causa della pandemia, dell’aumento degli scontri armati e dei cambiamenti climatici”, ha detto oggi l’Italia intervenendo all’Onu. Proteggere i bambini nei conflitti armati è “un imperativo morale per porre fine alle peggiori forme di violazione dei diritti dei bambini durante i conflitti armati”, ha osservato l’Italia: “Questo è il motivo per cui siamo impegnati in una serie di iniziative a questo proposito, tra cui la promozione del più ampio sostegno possibile alla ‘Dichiarazione Scuole Sicure'”

L’Italia è anche orgogliosa che la Rete delle Università per i Bambini e i Conflitti Armati, lanciata nel 2020 su iniziativa dell’Università di Perugia con il sostegno del Governo italiano, abbia sviluppato le sue attività, in collaborazione con l’Ufficio della Rappresentante Speciale, e sia ulteriormente cresciuta, nell’ultimo anno, fino a guadagnarsi un pieno riconoscimento internazionale come riferimento accademico in questo campo. (@OnuItalia)

Arturo Zampaglione
Arturo Zampaglionehttps://onuitalia.com
Arturo Zampaglione è stato per quasi venti anni corrispondente da New York del quotidiano La Repubblica, per il quale continua a collaborare. Ha studiato a Roma e a Boston, dove ha preso un Master in affari internazionale alla Fletcher School of Law and Diplomacy. Nel 2003-2004 ha insegnato giornalismo internazionale alla New York University. Ha curato la pubblicazione del libro-intervista “La mutazione antiegualitaria” (Editori Laterza).

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