ROMA, 10 NOVEMBRE – E’ stato presentato il WeWorld index 2021, la ricerca dell’organizzazione sulla condizione di donne e bambini in 172 Paesi del mondo che fotografa la situazione post pandemia in relazione a 34 indicatori ambientali, sociali, educativi, economici e di salute. Le cifre del rapporto sono da brivido e alcune di queste dovrebbero giungere al più presto sul tavolo dei convitati di Glasgow dove si sta tenendo la seconda settimana della COP26. Entro la fine dell’anno, afferma il rapporto, 435 milioni di ragazze e donne saranno sotto la soglia di povertà, il lavoro minorile potrebbe aumentare di 8,9 milioni di casi entro fine 2022 e l’Italia ha registrato il record negativo in Europa per giorni di scuola persi.
In conseguenza dei cambiamenti climatici nel 2030 150 milioni di persone avranno bisogno di aiuti umanitari, 50 milioni in più rispetto a oggi; 258 milioni di bambini e bambine non ricevono ancora un’educazione adeguata. Il 2021, dunque, conferma l’andamento negativo del 2020. I progressi fatti negli ultimi anni e volti a raggiungere gli Obiettivi dell’Agenda 2030 hanno segnato una battuta d’arresto con l’arrivo del Covid-19.
La 7° edizione di WeWorld Index è stata presentata da WeWorld – organizzazione italiana che da 50 anni difende i diritti di donne e bambini in 25 Paesi compresa l’Italia-, in un evento online con il Presidente di WeWorld Marco Chiesara; Elena Caneva, Coordinatrice Centro Studi di WeWorld; l’Ambasciatore Maurizio Massari, Rappresentante Permanente dell’Italia presso le Nazioni Unite; Marina Sereni, Vice-Ministra per gli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale; Yasmin Sherif e Marco Grazia dal Fondo globale per l’educazione in contesti di emergenza ‘Education Cannot Wait’; Lia Romano, Emergency Program Coordinator; Meg Gardinier, Segretaria Generale di ChildFund Alliance.
Il rapporto insiste sulla necessità di passare dalla promozione dei diritti delle donne, delle bambine e dei bambini alla loro attuazione, prendendo in considerazione anche gli effetti che il cambiamento climatico ha sulla loro vita e sul loro benessere. Proprio il cambiamento climatico, infatti è al centro del focus tematico del WeWorld Index 2021.
I Paesi in testa (Islanda, Nuova Zelanda, Svezia, Svizzera e Finlandia) e in coda (Repubblica Centrafricana, Sud Sudan e Ciad) alla classifica non cambiano radicalmente rispetto al 2020, ma i dati principali raccontano che il 2021 apre un nuovo decennio di povertà e disuguaglianze, trend negativo iniziato nel 2020. I progressi fatti negli ultimi anni, per raggiungere gli Obiettivi dell’Agenda 2030, hanno subito una decisa battuta d’arresto con l’arrivo del Covid-19.
”Questo Indice è ormai un riferimento sempre più rilevante per tutti gli attori della cooperazione allo sviluppo per quanto riguarda la tutela dei diritti fondamentali di milioni di donne e bambini”, ha commentato Marina Sereni, che ha aggiunto: ”Il cambiamento climatico sta moltiplicando alcuni problemi globali come la povertà, la scarsità di cibo e acqua, e i conflitti per il controllo delle risorse, senza pensare che esso sarà anche la principale causa delle migrazioni, visto che circa il 40% della popolazione mondiale, 3 miliardi di esseri umani, vive in aree colpite dal fenomeno”.
”Nei Paesi in via di sviluppo – ha spiegato Sereni – le donne risultano spesso particolarmente vulnerabili. È quindi importante nel rispondere alle crisi ambientali e umanitarie causate dal cambiamento climatico attuare specifiche strategie pensate per loro. Per questo, nella sua Presidenza del G20 l’Italia ha voluto sottolineare il tema della parità di genere. A sua volta, la Cooperazione italiana allo sviluppo ha adottato Linee guida per l’emancipazione di donne e ragazze, oltre che per la parità. Quanto ai bambini, – ha detto ancora la Vice Ministra – sono ovviamente tra i soggetti più fragili e vulnerabili agli eventi meteorologici estremi. Abbiamo la responsabilità di rendere questi giovani e queste donne attori efficaci nella sfida dettata dal cambiamento climatico. Mitigare i suoi effetti in certe aree del mondo diventa dunque una delle principali priorità della nostra Cooperazione, insieme alla protezione dei diritti dei bambini e delle donne, e all’accesso a cibo, acqua e istruzione”.
”L’Italia – ha proseguito Sereni – è impegnata a proteggere i bambini dai disastri naturali e a garantire un’educazione di qualità per ognuno di loro. Il nostro impegno è rivolto a promuovere un pieno sviluppo del capitale umano e delle risorse come chiave per garantire una crescita sostenibile e inclusiva”.