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domenica, Dicembre 22, 2024

Afghanistan: G20 straordinario da’ mandato all’Onu, da UE 1 mld di aiuti

ROMA, 12 OTTOBRE – I leader del G20 riuniti sull’Afghanistan danno un mandato alle Nazioni Unite per il coordinamento della risposta e per agire anche direttamente. Si tratta, come l’ha definita il premier italiano Mario Draghi, della “prima risposta multilaterale alla crisi” scoppiata a meta’ agosto dopo la presa di Kabul da parte dei Talebani.

Si parte dalla “consapevolezza che l’emergenza umanitaria è gravissima”, ha detto il Presidente del Consiglio, demiurgo della riunione straordinaria convocata dalla Presidenza italiana del G20 e allargata a Paesi Bassi, Spagna, Singapore e Qatar, oltre che a diverse organizzazioni internazionali, tra cui Nazioni Unite, Banca mondiale e Fondo monetario internazionale. I leader hanno ribadito l’impegno nella lotta al terrorismo, compresa la minaccia costituita dall’Isis-K, e per garantire un passaggio sicuro per gli stranieri e gli afghani che cercano di lasciare il Paese, ma anche a garantire assistenza umanitaria direttamente agli afghani e a promuovere i diritti umani per tutti, comprese donne, bambine e minoranze, ha detto il presidente degli Stati Uniti Joe Biden. A loro volta “gli Usa restano impegnati a lavorare con la comunità internazionale per affrontare la situazione in Afghanistan e sostenere la popolazione afghana”, ha aggiunto il presidente americano.

Il multilateralismo si ripropone dunque al centro dei metodi di lavoro dei Paesi piu’ importanti del mondo. Una prima promessa concreta e’ arrivata dalla Ue, rappresentata dai suoi vertici politici, Charles Michel e Ursula von der Leyen, con la messa in campo di un miliardo di euro di aiuti alla popolazione afghana e l’obiettivo è farli arrivare direttamente alla popolazione attraverso le ong, evitando di passare dai Talebani. Al centro del vertice e’ stata anche la tutela dei diritti, che nel documento finale di sintesi compare in cima alla lista dei principi condivisi. “E’ stato toccato da tutti il problema dei diritti delle donne, di garantire loro il diritto all’istruzione e di non tornare indietro di 20 anni”, ha spiegato Draghi. “Affrontare la crisi umanitaria richiederà contatti con i talebani, ma questo – ha sottolineato ancora il premier – non significa un loro riconoscimento”.

Draghi ha definito il vertice “soddisfacente e fruttuoso”, sottolineando la “convergenza di vedute sulla necessità di affrontare l’emergenza umanitaria”, nonostante le defezioni dei presidenti di Cina e Russia, Xi Jinping e Vladimir Putin, che hanno delegato ministri e rappresentanti regionali, mentre la prossima settimana a Mosca è fissato un summit a cui sono stati invitati i Talebani. Assenze non determinate da motivi particolari di politica estera, ha detto il premier italiano, aggiungendo che sarà “essenziale per Russia e Cina partecipare al G20” in presenza a Roma il 30-31 ottobre.

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha tessuto la tela a New York durante la settimana di alto livello dell’Assemblea generale dell’Onu. Ha chiesto di aumentare i fondi per la cooperazione in Afghanistan per aiutare i civili “perche’ bisogna fare in modo che lo Stato non collassi: se l’Afghanistan collassa nel suo apparato statale vedremo flussi migratori incontrollati verso i Paesi limitrofi, con conseguente destabilizzazione”. Di questo a New York Di Maio aveva parlato con il segretario generale Onu Guterres: “Dobbiamo trovare un meccanismo per finanziare lo Stato senza dare soldi ai talebani, per evitare che il tracollo economico”.

Guterres stesso in una dichiarazione alla vigilia della riunione ha rilevato che ”i talebani hanno tradito le loro “promesse” sui diritti delle donne”. “Sono particolarmente allarmato nel vedere le promesse fatte alle donne e alle ragazze afghane dai talebani che vengono tradite. Rivolgo un forte appello ai talebani a mantenere le loro promesse  e a rispettare i loro obblighi derivanti dal diritto umanitario internazionale“, ha aggiunto il Segretario Generale. “Se non agiamo e aiutiamo gli afghani a superare questa tempesta, e lo facciamo presto, non solo loro ma tutto il mondo pagheranno un prezzo pesante”. Attualmente, almeno 18 milioni di persone, o circa la metà della popolazione del paese sono colpiti.

“Senza cibo, senza lavoro, senza i loro diritti tutelati, vedremo sempre più afghani fuggire dalle loro case in cerca di una vita migliore. Anche il flusso di droghe illecite, reti criminali e terroristiche probabilmente aumenterà”, ha avvertito Guterres, per il quale “questo non solo influenzerà gravemente l’Afghanistan stesso, ma anche la regione e il resto del mondo”. (@OnuItalia)

 

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Il giornale Italiano delle Nazioni Unite. Ha due redazioni, una a New York, l’altra a Roma.

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