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domenica, Dicembre 22, 2024

Giornata mondiale bambine: quest’anno dedicata alla ‘digital generation’

ROMA 11 OTTOBRE – Quasi 1 ragazza/bambina su 4 di età compresa tra 15 e 19 anni a livello globale non ha istruzione, lavoro o formazione, rispetto a 1 ragazzo su 10. Si tratta solo di un piccolo dato sul divario di genere che in questi anni, nonostante molti progressi, rimane uno dei fattori che nel mondo impediscono il pieno e completo sviluppo delle opportunità per tutte le bambine e le ragazze del mondo.

Nel 1995 alla Conferenza mondiale sulle donne di Pechino hanno adottò all’unanimità la Dichiarazione e la Piattaforma d’azione di Pechino – il progetto più progressista di sempre per far progredire i diritti non solo delle donne ma anche delle ragazze. La Dichiarazione di Pechino è la prima a fare specifico appello ai diritti delle ragazze. Il 19 dicembre 2011, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato la Risoluzione 66/170 per dichiarare l’11 ottobre Giornata Internazionale della Bambina, per riconoscere i diritti delle ragazze e le sfide uniche che le esse affrontano in tutto il mondo. Quest’anno si è deciso in particolare di porre l’attenzione sul divario digitale: ‘Digital generation. Our generation’, questo il tema scelto.

La giornata comunque concentra l’attenzione sulle sfide che le ragazze devono affrontare ne promuove l’emancipazione e la realizzazione dei loro diritti umani. Le ragazze adolescenti hanno diritto a una vita sicura, istruita e sana, non solo durante questi anni formativi critici, ma anche quando maturano in donne. Se efficacemente supportate durante gli anni dell’adolescenza, le ragazze hanno il potenziale per cambiare il mondo – sia come ragazze di oggi che come lavoratrici, madri, imprenditrici, mentori, capifamiglia e leader politici di domani.

Ma la pandemia di Covid-19 ha ulteriormente  aggravato il divario di genere: l’Onu cita ad esempio il dato degli utenti online che si è ampliato dall’11% nel 2013 al 17% nel 2019 e nei paesi meno sviluppati del mondo raggiunge il 43%.
Quest’anno, in occasione della Giornata internazionale della bambina l’ONU sta mostrando come la pandemia abbia accelerato l’uso delle piattaforme digitali, ma anche evidenziando le diverse realtà delle ragazze quando si tratta di andare online. Nel suo messaggio per la giornata il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha osservato che queste ragazze e tutte le altre “fanno parte di una generazione digitale“. “È nostra responsabilità unirci a loro in tutta la loro diversità, amplificare il loro potere e le soluzioni come creatori di cambiamenti digitali e affrontare gli ostacoli che affrontano nello spazio digitale”, ha affermato.

Il percorso verso l’uguaglianza digitale delle ragazze è ripido. In più di due terzi di tutti i paesi, le ragazze costituiscono solo il 15% dei laureati in scienze, tecnologia, ingegneria e matematica, noti con l’acronimo STEM. “Le ragazze hanno pari capacità e immenso potenziale in questi campi, e quando le potenziamo, tutti ne traggono beneficio”, ha aggiunto Guterres. Proprio su questo tema l’ONU conta su una nuova piattaforma, chiamata Generation Equality Action Coalition on Technology and Innovation, in cui governi, società civile, settore privato e giovani leader, si stanno unendo per sostenere l’accesso digitale, le competenze e la creatività delle ragazze.

Save The Children da parte sua ha diffuso i dati allarmanti derivati da una recente analisi. Ogni anno 22 mila bambine e ragazze muoiono durante gravidanze e parti derivanti da matrimoni precoci. Il tasso più alto di matrimoni precoci è registrato in Africa centrale e occidentale dove si contano 26 decessi al giorno legati a questa pratica. Nei Paesi di questa zona ci sono quasi la metà delle morti totali annue a livello globale causate da matrimoni precoci e il tasso di mortalità tra le mamme adolescenti è quattro volte superiore a quello di qualsiasi altra parte del mondo. In Asia meridionale ogni anno si contano 2.000 decessi legati ai matrimoni infantili (6 al giorno), seguita poi dall’area dell’Asia orientale e del Pacifico con 650 morti annue (2 al giorno) e dall’America Latina e dai Caraibi con 560 decessi (quasi 2 al giorno). Nonostante negli ultimi 25 anni siano stati evitati quasi 80 milioni di matrimoni precoci in tutto il mondo, i progressi si erano fermati già prima della pandemia di Covid-19, che ha solo contribuito a peggiorare le disuguaglianze, principale causa dei matrimoni precoci. Durante i lockdown prolungati, è aumentato il rischio di violenze per bambine, ragazze e donne a causa della chiusura delle scuole, dei servizi sanitari sotto pressione o chiusi e della maggiore povertà delle famiglie. Si prevede che entro il 2030 altri 10 milioni di ragazze saranno costrette a sposarsi precocemente e di conseguenza aumenterà per loro anche il rischio di morire.spose bambine

Nel rapporto “Global Girlhood Report 2021: i diritti in crisi di bambine e ragazze” Save The Children chiede ai governi di supportare bambine e ragazze garantendo loro il diritto di una partecipazione sicura e significativa a tutte le decisioni pubbliche;
di affrontare i possibili rischi della violenza di genere, inclusi i matrimoni precoci, ponendo i diritti delle bambine e delle ragazze e l’uguaglianza di genere al centro della risposta al Covid-19 e della risposta umanitaria e anche attraverso politiche di sviluppo e maggiori sforzi; di garantire i diritti di tutte le bambine e le ragazze, anche le più discriminate sulla base di genere, razza, disabilità, situazione economica, ecc. sviluppando politiche e programmi inclusivi.
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OnuItalia
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Il giornale Italiano delle Nazioni Unite. Ha due redazioni, una a New York, l’altra a Roma.

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