NEW YORK, 8 SETTEMBRE – Dopo la 76esima settimana di alto livello dell’Assemblea Generale, sono riprese all’ONU le riunioni in Consiglio di Sicurezza e i coordinamenti europei. Per la podcast della Rappresentanza Permanente italiana alle Nazioni Unite, “Voci dal Palazzo di Vetro”, l’Ambasciatore Maurizio Massari ha dedicato un focus a Etiopia e Afghanistan.
Nei giorni scorsi il Consiglio di Sicurezza ha fissato un incontro di emergenza, il secondo in meno di una settimana, dopo l’espulsione il 30 settembre dall’Etiopia di sette funzionari delle Nazioni Unite – quattro appartenenti a Ocha, l’ufficio di coordinamento degli aiuti umanitari e tre Unicef, Unchr e Undp – decise da Addis Abeba con l’accusa da parte del governo etiope di mancanza di imparzialita’ e mancanza di indipendenza. “Si e’ trattato di un episodio senza precedenti, fortemente criticato dal Segretario Generale Antonio Guterres in quanto “misura illegittima e contraria al diritto internazionale”, a maggior ragione perche’ non esisterebbero a oggi prove ne’ evidenze scritte da parte del governo etiope sul comportamento dei funzionari, ha detto Massari: “La gravita’ di una simile espulsione e’ evidente: la situazione nella regione del Tigre’ con la sua crisi umanitaria e dei diritti umani e’ stata definita ‘oltre il disastro’, paragonabile ai momenti piu’ bui della guerra civile in Somalia. Almeno 5,2 milioni di persone richiedono assistenza umanitaria ed e’ quindi quanto mai necessario che l’Onu continui a lavorare nella regione”.
I membri cosiddetti ‘like minded’ del Consiglio di Sicurezza hanno espresso sostegno all’intervento del Segretario generale: in particolare l’Estonia, l’Irlanda, la Francia, Norvegia, Messico, Regno Unito e Stati Uniti hanno chiesto l’immediato reintegro dei funzionari. Cina, Russia e India, d’altra parte, hanno difeso la sovranita’ dell’Etiopia. Mosca e Pechino in particolare hanno invitato la comunita’ internazionale ad astenersi da ingerenze negli affari interni del Paese e a sostenere il governo etiope. L’Etiopia e’ intervenuta per difendere al decisione presa e accusare i funionari di aver favorito i combattenti del Fronte Popolare di Liberazione del Tigre. Il rappresentante etiope ha tuttavia chiesto al Segretariato Generale l’invio di nuovi funzionari umanitari sottolineando che il governo di Addis Abeba facilitera’ la concessione dei visti. Ieri, nella riunione di coordinamento europeo a cui Massari ha partecipato, e’ stata espressa massima preoccupazione per quanto accaduto in Consiglio di Sicurezza, con le accuse etiopi che hanno messo sotto attacco l’Onu stessa. L’Unione Europea e i suoi stati membri hanno condannato la decisione etiope manifestando solidarieta’ con con le Nazioni Unite
“In Afghanistan l’Italia e’ in prima fila nell’azione e nell’impegno umanitario in questo paese. A margine dell’Assemblea Generale abbiamo organizzato la riunione G20 Afghanistan presieduta dal ministro Di Maio in preparazione della riunione straordinaria dei leader che si terra’ il 12 ottobre”, ha ricordato l’Ambasciatore. Il G20 straordinario sull’Afghanistan, secondo l’annuncio del Presidente del Consiglio Mario Draghi, sara’ allargato per includere l’Onu, alcuni paesi della regione tra cui il Qatar, la Banca Mondiale e l’FMI. Sempre a margine dell’UNGA e’ stato organizzato anche un side event, anche quello presieduto da Di Maio dedicato alle donne e alle bambine afghane e al loro diritto all’istruzione.
Il 7 ottobre la delegazione europea all’Onu ha organizzato una riunione sull’Afghanistan in formato congiunto, a riprova dell’approccio integrato che l’Onu sta adottando in tale complesso scenario. Sono stati invitati la sottosegretaria agli affari politici e al peacebuilding Rosemary DeCarlo, l’Amministarore di UNDP Achim Steiner e il sottosegerario agli affari umanitari e di emergenza Martin Griffith. “Cio’ – ha sottolineato Massari – riflette il rafforzato impegno dell’Onu sulla crisi in Afghanistan e un impegno che vuole essere sempre piu’ onnicomprensivo possibile”.
La riunione ha preso le mosse dalla consapevoleza che gli aiuti umanitari non saranno di per se’ sufficienti a evitare il collasso del paese. “Il cosiddetto ‘flash appeal’ di Ginevra ha avuto successo ma l’Onu valuta che occorre andare oltre l’approccio esclusivamente umanitario e sostenere con misure socio-economiche la popolazione afghana per evitarne il collasso”, ha detto l’Ambasciatore.
UNDP e il resto del sistema di sviluppo delle Nazioni Unite stanno promuovendo approcci operativi al nesso umanitario-pace-sviluppo che include interventi a sostegno dell’occupazione femminile e dei servizi essenziali sanitari e di istruzione. “Assieme agli altri operatori, l’Italia e’ in prima linea per rendere operativi tali approcci e assicurare un sostegno alla popolazione in modo separato rispetto alle attuali dinamiche politiche in corso”, ha detto Massari. Sullo sfondo permane infatti la sfida di come avere una interlocuzione operativa con Kabul: qui l’Unione Europea e l’Onu sembrano ormai allineati nel dettare le condizioni per questo dialogo. Si chiede al governo afghano di essere inclusivo, di rispettare i diritti umani, di garantire l’accesso incondizionato degli aiuti umanitari e di contrastare il terrorismo. “Dobbiamo agire in fretta, perche’ l’attuale finestra di opportunita’ e’ limitata”, ha messo in guardia il Rappresentante permanente italiano: “Secondo Steiner, abbiamo non piu’ di sei mesi se vogliamo evitare uno scenario di tipo siriano. Il rischio secondo le stime di UNDP e’ ch entro meta’ del 2022 il 97% della popolazione cada sotto la soglia della poverta’. Si teme anche che, in caso di inazione della comunita internazionale, vi sia una diaspora di massa dal paese”. (@OnuItalia)