NEW YORK, 23 AGOSTO – Un miliardo di bambini respirano aria altamente inquinata. 920 milioni soffrono gravemente di carenza d’acqua. 820 milioni sono altamente esposti ad ondate di caldo. 240 milioni sono altamente esposti ad inondazioni costiere e 330 milioni a inondazioni fluviali. 400 milioni sono esposti a cicloni. Sono alcuni dati ricavati dal rapporto UNICEF “The Climate Crisis is a Child Rights Crisis: Introducing the Children’s Climate Risk Index”, ora disponibile online, la prima analisi completa sull’impatto che la crisi climatica può avere sui diritti dei bambini.
L’analisi classifica i Paesi basandosi sull’esposizione dei minori agli shock climatici, quali cicloni e ondate di caldo. Inoltre, analizza la loro vulnerabilità a questi shock in relazione all’ accesso ai servizi essenziali.
Il rapporto è stato lanciato durante il terzo anniversario di Fridays for Future, il movimento globale guidato dai giovani per protestare contro il riscaldamento globale. Circa un miliardo di bambini, quasi la metà dei bambini nel mondo, vivono nei 33 Paesi considerati “ad alto rischio”.
“Per la prima volta abbiamo un’idea completa di dove e come i bambini siano vulnerabili al cambiamento climatico, e questo quadro è assai preoccupante”, ha detto Henrietta Fore, Direttrice Generale di UNICEF. “Gli shock climatici ed ambientali limitano gravemente i diritti dei bambini, che vedono la loro istruzione, l’accesso ad aria pulita ed acqua potabile, le loro abitazioni, la loro libertà dallo sfruttamento, e persino il loro diritto di vivere, notevolmente a rischio”.
I risultati rivelano che c’è una differenza tra le aree dove i gas serra vengono emessi in atmosfera e le aree dove i bambini sono a più alto rischio per gli impatti che i gas possono arrecare. I 33 Paesi considerati “ad alto rischio” emettono solo i 9% delle emissioni di CO2 globali: questo dimostra la disparità del cambiamento climatico e come i bambini che vengono dai Paesi meno responsabili, saranno quelli che soffriranno di più. (@OnuItalia)