LONDRA/ROMA, 9 AGOSTO – Allarme rosso per la Terra. Il riscaldamento globale sta progredendo così velocemente che attraverseremo una soglia di temperatura cruciale già nel 2030 – l’anno degli obiettivi dello sviluppo sostenibile – fino a un decennio prima di quanto si pensasse. Ed e’ colpa dell’uomo che ha spinto il clima in un territorio “senza precedenti”, affermano gli scienziati dell’ONU in un rapporto pubblicato oggi in vista della COP26 di Glasgow co-organizzata per l’autunno da Gran Bretagna e Italia.
La finestra per evitare scenari apocalittici e’ microscopica ma ancora qualcosa puo’ e deve essere fatto: “Deve suonare una campana a morto per il carbone e i combustibili
fossili, prima che distruggano il nostro pianeta”, ha detto il Segretario generale dell’Onu Antonio Guterres commentando l’ultimo rapporto del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) che arriva quando, dalla Sardegna e la Sicilia al “Dixie Fire” della California, l’intero pianeta sembra essere in fiamme. Le concentrazioni di anidride carbonica nell’atmosfera erano più alte nel 2019 che in qualsiasi momento in almeno 2 milioni di anni, secondo il rapporto dell’IPCC.
Gli ultimi 50 anni hanno visto gli aumenti di temperatura più veloci in almeno 2.000 anni. Il rapporto definisce la connessione tra le emissioni umane di gas serra e il riscaldamento globale “inequivocabile”. Leggendo tra le righe, l’IPCC afferma che il clima attuale e’ già molto diverso da quello in cui la moderna civiltà umana ha prosperato per la prima volta.
“Dall’ultimo rapporto Onu emerge un quadro allarmante. È un tema che riguarda tutti noi e ogni aspetto della nostra vita”, ha commentato sulla sua pagina Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio: “Per questo abbiamo deciso di dotare il nostro Paese di una figura strategica in questo campo, cioè l’Inviato speciale per il cambiamento climatico, come già fatto da Usa, Regno Unito, Francia e Germania” incaricato di “seguire i negoziati e di rappresentare l’Italia a tutti i tavoli internazionali. Il prossimo passo è la sua nomina, che avverrà a settembre”, ha detto il ministro.
Rispetto al primo rapporto IPCC del 1990, il nuovo studio riflette la transizione del riscaldamento globale da una questione lontana nel tempo a una crisi attuale. Il riscaldamento sta colpendo ogni area del globo, rendendo il mondo un luogo sempre piu’ inabitabile: il riscaldamento globale alla fine del secolo varierà da circa 1,3 a 5,7°C rispetto ai livelli del 1850-1900, a seconda delle emissioni di gas serra. Il livello del mare aumenterà, in scenari da emissioni intermedie ad alte, da circa mezzo metro a poco piu’ di un metro entro la fine del secolo. Ma un aumento di due metri e 15 centimetri entro l’anno 2100, o anche di quasi 5 metri entro il 2150, “non può essere escluso”. (@OnuItalia)