ROMA, 3 GIUGNO – Mentre continua lo stillicidio delle partenze di migranti che attraversano il Mediterraneo centrale, nei giorni scorsi le organizzazioni impegnate in azioni di salvataggio hanno incontrato la Ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, per un confronto sulle attività di ricerca e soccorso.
I rappresentanti di Emergency, Medici Senza Frontiere, Mediterranea Saving Humans, Open Arms, ResQ-People saving People, Sea-Watch e SOS MEDITERRANEE, in una nota comune hanno fatto sapere di aver preso atto dell’apertura al dialogo offerta dalla Ministra, ribadendo allo stesso tempo come il soccorso in mare non possa essere mai negoziabile.
”Le discussioni sulle politiche migratorie non possono diventare un impedimento al soccorso in mare, obbligo giuridico oltre che morale” hanno detto i rappresentanti delle organizzazioni. Se è vero che i cosiddetti ”stati di primo approdo” come l’Italia, devono poter contare sulla solidarietà degli altri membri della UE, l’emergenza in mare non si ferma e anzi diventa ogni giorno più letale. Le ONG chiedono all’Italia e all’Europa di istituire un efficace sistema di ricerca e soccorso che abbia come scopo primario quello di salvaguardare la vita umana nel Mediterraneo.
Le organizzazioni hanno anche auspicato un superamento del clima ostile al soccorso civile. ”Abbiamo chiesto alla Ministra di riconoscere il ruolo delle organizzazioni umanitarie, colpite dalla criminalizzazione, liberando le nostre navi ancora sotto fermo” hanno affermato i rappresentanti delle organizzazioni.
Al centro del colloquio anche gli accordi con la Libia. ”Bloccare le partenze, a scapito della tutela dei diritti umani e delle continue morti in mare, non potrà mai essere la soluzione” dicono le ONG. ”Questa forma di supporto e finanziamento va interrotta il prima possibile. Vanno trovate soluzioni di medio-lungo periodo per costruire canali sicuri di accesso regolare verso l’Europa. Ma, nel frattempo, non si può continuare a lasciare che le persone muoiano in mare o vengano riportate in un Paese dove sono costrette a subire abusi di ogni genere”.
Durante l’incontro, le ONG hanno sollecitato la ministra Lamorgese ad assumere un ruolo di effettivo coordinamento con gli altri ministeri coinvolti, in particolare con il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, per quanto riguarda i fermi amministrativi e con il ministero della salute per i protocolli Covid e la gestione delle quarantene.