GOMA, 24 MAGGIO – Grande preoccupazione è stata espressa dall’UNICEF per le conseguenze dell’eruzione del vulcano Nyiragongo, che è entrato in attività due giorni fa nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo. L’organizzazione dell’Onu ha riferito che più di 150 bambini sono stati separati dalle loro famiglie e si teme che più di 170 bambini siano dispersi dopo la fuga dalla città di Goma.
Più di 5.000 persone hanno attraversato il confine con il Ruanda da Goma due giorni fa, e almeno 25.000 sono state sfollate a Sake, 25 km a nord-ovest di Goma. Tuttavia, la maggior parte della gente sta lentamente tornando a casa, visto che la lava ha smesso di fuoriuscire.
Preoccupano anche le centinaia di persone che tornano a Goma e trovano case danneggiate e carenza di acqua ed elettricità.
Non è ancora chiaro quante famiglie siano state colpite dall’eruzione. Molti bambini nell’area vicino all’aeroporto di Goma sono rimasti senza casa e in situazioni di indigenza. Almeno cinque morti sono stati direttamente collegati all’eruzione a Buhene, Kibatshi e Kibumba.
Frattanto è stato dispiegato un team dell’UNICEF nelle aree colpite di Sake, Buhene, Kibati e Kibumba per fornire una risposta di prima linea. Si tratta di:
• Installare punti di clorazione dell’acqua a Sake e dintorni per limitare la diffusione del colera. Diverse reti di approvvigionamento idrico nella zona saranno clorate a breve;
• rafforzare la sorveglianza epidemiologica per il colera, specialmente a Goma, dopo il ritorno di migliaia di residenti;
• stabilire due centri di transito per bambini non accompagnati e separati, in collaborazione con le autorità congolesi locali. L’UNICEF sta anche lavorando con i partner per fornire orientamento ai casi di violenza e abuso di genere verso un adeguato supporto medico e psicosociale.
L’ultima eruzione di Nyiragongo nel 2002 ha lasciato più di 100.000 persone senza casa. È considerato uno dei vulcani più attivi e pericolosi del mondo.