ROMA, 9 APRILE – “L’Italia sostiene attivamente la stabilizzazione della Siria attraverso la partecipazione delle donne al processo politico siriano, nell’idea che il tessuto sociale di quel Paese non possa ricomporsi senza il loro attivo contributo. Non c’è pace senza inclusione, non c’è pace senza le donne”. Lo ha dichiarato al webinar sulla Siria organizzato dalla Rete delle Donne del Mediterraneo (MWMN), la Vice Ministra degli Esteri Marina Sereni.
“Nella guerra che sconvolge la Siria ormai da 10 anni – ha proseguito Sereni – le donne sono state i pilastri su cui ha poggiato la sopravvivenza del tessuto sociale, grazie alla loro incessante opera per il dialogo e la pace. Il loro ruolo non è invece altrettanto riconosciuto nei negoziati. Eppure – fa notare la Vice Ministra – la pace si raggiunge solo se i negoziati e l’attuazione degli accordi coinvolgono ogni segmento della società, a partire dalle donne e dai giovani”.
La Rete Donne Mediatrici del Mediterraneo e’ nata nel 2017 su iniziativa italiana. Nel suo intervento al webinar, Sereni ha citato le prove del fatto che, quando le donne partecipano direttamente alle trattative, è più facile raggiungere accordi di pace sostenibili e duraturi. Non a caso, nella risoluzione 2254 dell’ONU si parla dell’importanza del ruolo delle donne per una pace sostenibile in Siria, incoraggiando una loro significativa partecipazione al processo decisionale e al dialogo politico. Per questo, – ha spiegato – l’inviato speciale Pedersen ha molto insistito perché nel Comitato costituzionale vi fosse una soglia minima di un terzo di rappresentanza femminile: “Questo obiettivo è stato quasi raggiunto, con una percentuale del 27 per cento. Non è ancora abbastanza, ma è sicuramente un passo nella giusta direzione”.
D’altro canto, dopo il fallimento della quinta riunione del Gruppo ristretto del Comitato Costituzionale, è necessario continuare a lavorare su altri punti della Risoluzione 2254, come la costruzione di misure di fiducia reciproca e iniziative per elezioni libere e trasparenti sotto la supervisione delle Nazioni Unite, ha detto la Vice Ministra, sottolineando l’importanza della dimensione umanitaria e del dialogo con le diverse fazioni in guerra per assicurare assistenza alla popolazione. L’Italia – ha ricordato poi Sereni – ha confermato nella Conferenza dei donatori di Bruxelles il suo impegno per 45 milioni di euro. (@OnuItalia)